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L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)

in onda venerdì 12 marzo alle ore 20,00

L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)Le quattro Ballate di Chopin sono da considerarsi dei capolavori alla stessa stregua degli Studi o dei Preludi. La tecnica pianistica non è inferiore a quella delle composizioni più complesse, la struttura fa pensare alle arditezze formali delle Sonate, e la drammaticità che le pervade non può non riportare alla mente quella degli Scherzi.

La Ballata n. 1 in sol minore op. 23 ha una struttura inconsueta; ad una introduzione lenta, che ricorda vagamente un recitativo, in una tonalità che fa pensare più al la bemolle maggiore che al sol minore, segue il primo tema dal carattere narrativo. Il vero elemento tematico della Ballata è il secondo tema, che nelle sue ripetizione cambia veste divenendo da lirico, quale è all'inizio, un tema appassionato, impetuoso, epico. Prima della coda conclusiva viene ripresentato il tema iniziale, che conferisce al brano una struttura ad arco. Robert Schumann definì questa composizione "una delle più selvagge e caratteristiche mai scritte da Chopin".

L'elaborazione della Ballata n. 2 in fa maggiore op. 38 fu alquanto lunga e travagliata. Con buona probabilità era già abbozzata ampiamente nel 1836 quando la eseguì in concerto, ma venne completata definitivamente soltanto nel 1839. Come la precedente, anche questa Ballata è caratterizzata da una struttura formale marcatamente simmetrica, in cui si alternano sezioni fra loro contrastanti. Dal punto di vista musicale, questa Ballata offre uno "straordinario lussureggiare di modulazioni mediante enarmonie, di appoggiature, di ardite dissonanze nuovissime per l'epoca".

Gli appunti iniziali della Ballata n. 3 in la bemolle maggiore op. 47 furono abbozzati nella seconda metà del 1840, e definitivamente portati a compimento nel 1841. Il 21 febbraio 1842 Chopin presentò il brano al pubblico parigino presso la Sala Pleyel.
Come le precedenti, anche questa terza Ballata si fonda su episodi contrapposti, anche se il contrasto risulta meno netto. Maurice Bourges la definì "una delle composizioni più complete. La sua flessibile fantasia vi si è espressa con una magnificenza non comune, in un felice concatenarsi di periodi armoniosi e cantabili, calorosamente animati da rara vitalità. È poesia tradotta, superlativamente tradotta, in suoni".

L'ultima Ballata op. 52 è per Huneker "all'altezza delle più straordinarie concezioni dell'arte; un magnifico poema polifonico di modernità assoluta." Per Gavoty "è la più bella, la più ricca di sostanza, la più polifonica, la più commovente e anche la più sottile. Il suo sfondo è impreciso, nostalgico, di carattere quasi impressionista".

Quando Ignaz Moscheles e François-Joseph Fétis decisero di pubblicare una raccolta di composizioni didattiche per il pianoforte, non mancarono di chiedere a Chopin di partecipare all'impresa, chiedendogli di scrivere degli studi da inserire nella raccolta che si sarebbe intitolata "Méthodes des Méthodes". Chopin accettò di buon grado, e nell'autunno del 1839 nacquero I Tre Nuovi Studi per pianoforte, il primo in fa minore, il secondo in la bemolle maggiore, il terzo in re bemolle maggiore. La pubblicazione avvenne l'anno successivo, nel 1840, ad opera di Schlesinger.

Frédéric Chopin (Wikipedia)

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