[an error occurred while processing this directive]
[an error occurred while processing this directive]

Le voci della lirica: soprano, Leyla Gencer

in onda giovedì 20 novembre alle ore 20,00

Le voci della lirica: soprano, Leyla GencerEra nata in Turchia nel 1928, e ha voluto lasciarci - il 9 maggio del 2008 - nella sua casa di Milano; le sue ceneri sono state sparse sul Bosforo ma la sua memoria è ormai indelebile: parliamo di Leyla Gencer, uno dei soprani più importanti dell'era post-callasiana, voce e temperamento di altissima qualità che per oltre un trentennio ha riempito i teatri di tutto il mondo.

Nata da padre turco di religione musulmana e da madre cattolica di origini polacche, Leyla non ancora ventenne fu notata in Conservatorio dal soprano Giannina Arangi-Lombardi, che le offrì le sue preziose lezioni; alla morte di costei, nel 1951, la giovane fu seguita da Apollo Granforte ed accompagnata da Alfred Cortot.

Una delle voci donizettiane per eccellenza aveva debuttato come Santuzza ad Ankara nel 1950, e nello stesso ruolo 3 anni dopo a Napoli; debutto americano nel '56 (ma la Gencer non toccò mai il palco del Met) e al Covent Garden nel '62; il suo lungo ed agognato rapporto con la Scala di Milano - che diverrà per lei quasi una seconda casa - inizierà invece, seppur in modo strano, nel '57.

Victor De Sabata l'aveva scelta per un'Aida dopo aver sentito il suo O cieli azzurri (che anche oggi ascolteremo) ma si ammalò subito dopo, così alla Gencer venne offerto di interpretare in prima esecuzione i Dialoghi delle Carmelitane di Poulenc; "Non ero felice del cambiamento, ma accettai. Era La Scala, dopo tutto, e io volevo cantarci a tutti i costi. Quando avevo iniziato la mia carriera avevo detto a me stessa: o canterò alla Scala o non canterò affatto"; protestata dalla direzione artistica, la Gencer ottenne poi un vero trionfo, e alla Scala Leyla Gencer cantò fino al 1987 (15 stagioni per 19 ruoli, opere di Donizetti e Verdi ma anche di Pizzetti e Monteverdi), rimanendovi poi legata come direttrice dell'Accademia di Canto scaligera, chiamata da Riccardo Muti a diffondere il suo insegnamento alle nuove generazioni.

Quella della Gencer è stata una grande voce, con l'estensione del soprano di coloritura e le potenzialità coloristiche di un drammatico, che sapeva trarre dal proprio strumento passi di estrema agilità ma anche accenti di profondissima espressività; "Noi artisti siamo strane bestie, e talvolta esageriamo quando vogliamo enfatizzare alcuni passaggi drammatici... Io non avevo una tradizione dell'opera, del canto, come esiste qui in Europa, in Italia. Tutto era nuovo per me. Quando studiavo, rimanevo molto vicina alla partitura così com'è scritta. Non imitavo nessuno. Cantavo secondo la mia propria concezione musicale, secondo la mia personale comprensione della musica. Le mie colleghe erano cresciute nel verismo e credevano si dovesse cantare sempre forte... Quando io cantavo pianissimo... le mie colleghe dicevano: - Perché stai cantando pianissimo? - Perché questo è quello che è scritto. - No, è Trovatore; devi cantare forte. - Dove era scritto pianissimo, io cantavo pianissimo. E così loro credevano che io avessi una voce piccola... mentre avevo il tipo di voce che sarebbe andato di moda più tardi. Penso che ero in anticipo sui tempi... Cantavo con delicatezza e sfumature - uno stile che in pochi anni tutti hanno imitato."

Il canto per la Gencer - in quanto legato alla parola e al suo significato drammatico - deve poter acquisire le sfumature più varie, anche a costo di sacrificare la bellezza: "Io tuttora piango sul palco. Ogni tanto si può emettere una nota che non sia ortodossa. Ecco perché la critica americana non mi ama. Ma a me non importa. Loro vogliono una musica con acqua e sapone"; questa varietà di accenti è in tutte le interpretazioni del grande soprano proposte oggi.

Eroina del belcanto donizettiano, splendida cantante verdiana ma sublime interprete anche delle opere del '900, Leyla Gencer conquista l'orecchio e il cuore per la verità del suo canto e per la nobiltà e bellezza di una voce che rimarrà una delle più grandi del nostro tempo.

Omaggio a Leyla Gencer

Forum

[an error occurred while processing this directive]