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Ravel e Bartok, il pianoforte e dintorni

in onda domenica 6 ottobre alle ore 15,30

Ravel e Bartok, il pianoforte e dintorniI due autori protagonisti della trasmissione odierna, pur essendo per molti versi assai lontani, vengono spesso avvicinati, nella storia della musica come anche nelle interpretazioni discografiche e nei programmi da concerto: si tratta di Maurice Ravel (1875 - 1837) e Bela Bartòk (1881 - 1945).

Entrambi i compositori hanno concentrato larga parte del proprio catalogo sulle opere pianistiche così come su quelle sinfoniche, e la loro produzione si potrebbe quasi considerare complementare, in una visione del mondo musicale quale fu quella del primo Novecento: evoluzione, ampliamento dei confini creativi, rifondazione di un linguaggio musicale aperto a generi altri rispetto alla tradizione accademica, sperimentazione ed uso delle istanze più propriamente nazionalistiche: questi i segni distintivi per ambedue, seppure con la scelta di una direzione ben diversa l'uno dall'altro.

Nel caso di Ravel, e più propriamente del suo giustamente celeberrimo Concerto in Sol per Pianoforte e Orchestra, la forte aria di novità che la composizione portò nella caotica Europa degli anni '30 deriva in massima parte dalla presenza di stilemi propri del jazz e del blues conosciuti da Ravel nei suoi viaggi americani.

Come spesso si ricorda, il compositore francese criticava i musicisti americani e li spronava a disfarsi del loro timore di stampo borghese e ad usare liberamente delle caratteristiche formali proprie della loro cultura; questo è quanto Ravel disse anche ad un giovane Gershwin, rivoltosi a lui per avere insegnamenti.

Con la musica di George Gershwin troviamo strettissime corrispondenze proprio nel Concerto di Ravel, che secondo alcuni studiosi riecheggia anche in alcuni dettagli tecnici sia la Rapsody in Blue che An American in Paris, capolavori del musicista americano.

Sta di fatto che il Concerto in Sol è uno dei capisaldi della letteratura pianistica e anche della storia della musica, ricco com'è di riferimenti al futuro ma anche di una sua vera e propria "classicità" insita nel nitore della costruzione e nell'equilibrio della scrittura pianistica e orchestrale; anche l'interpretazione che vi offriamo è entrata nell'archivio della storia, perché affianca il pianista Arturo Benedetti Michelangeli al direttore Sergiu Celibidache in una splendida esecuzione dal vivo del 1982.

Il Concerto per Pianoforte e Orchestra n. 3 fu composto da Bartok nel 1945, durante i suoi ultimi mesi di vita (e, rimasto incompiuto, fu completato dall'allievo Tibor Serly); in esso ben si riflette la visione profondamente "etica" del musicista, unitamente ad un trattamento pianistico ormai liberamente basato sulle radici della tradizione popolare e sulle tecniche ritmico-percussive a lungo sperimentate dal compositore in tutta la sua produzione pianistica.

Completano la trasmissione altre tre composizioni: Ma Mere l'Oye di Ravel, di fiabesca ispirazione, la cui versione per orchestra del 1920 che ascolteremo segue di 10 anni l'originale per pianoforte a 4 mani, e due opere di Bartok: le cinque Scene Ungheresi per orchestra e la versione pianistica della prima delle due Danze Popolari Rumene op. 8a, lavori entrambi di dichiarata matrice popolare, intrisi di rispettoso e profondo amore per la propria antica tradizione.


Maurice Ravel Frontispice

Bartók Béla Emlékház

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