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Gary Bertini a Colonia

in onda venerdì 16 luglio alle ore 13,00

Gary Bertini a ColoniaIl paesino ebraico di Britchevo (ex Russia, attualmente in Moldova) dove Gary Bertini nacque nel 1927 non esiste più, ma il grande direttore ha acquisito una cittadinanza universale, viaggiando e lavorando in tutto il mondo tanto da essere definito un "apolide musicale,cosmopolita e poliglotta".

Immigrato in Israele nel 1946, Bertini arriva in Italia due anni dopo; ospite con altri ragazzi di una ex-colonia fascista in un paesino nelle montagne del bergamasco, grazie all'interessamento di Bruno Bettinelli studia al Conservatorio di Milano: qui conoscerà il Teatro alla Scala, De Sabata, Toscanini, Tito Schipa.

Gli studi proseguiranno a Tel Aviv e poi a Parigi (con Nadia Boulanger, Honegger e Messiaen); tornato in Israele nel 1954 inizierà la sua carriera, nella quale diverrà una delle personalità più influenti della musica in Israele - per quanto totalmente scevro da ogni oltranzismo campanilistico.

Fondatore del Coro da Camera d'Israele nel 1955 e dopo 10 anni dell'Israeli Chamber Orchestra (che dirigerà fino al 1975), consulente del Festival d'Israele dal 1976 al 1983, Bertini fu direttore musicale per nove anni della Jerusalem Symphony Orchestra, dal 1978, e direttore artistico della New Israeli Opera in Tel Aviv dal 1994 alla morte, avvenuta nel 2005.

Berlino, New York, Glasgow, Francoforte, Roma, Napoli, Vienna, Monaco, Parigi e Tokyo, Milano e S. Pietroburgo, Detroit Londra e Philadelphia sono solo alcune delle città in cui Bertini ha lavorato; come direttore artistico le sue parole rivelano la sincerità e integrità delle sue posizioni: "Piuttosto che scegliere questo o quel titolo, credo che il lavoro di un direttore musicale sia soprattutto quello di far crescere il livello dell'orchestra".

Tra i riconoscimenti ricevuti da Gary Bertini ricordiamo l'Israel Prize del 1987, i due Premi Abbiati della Critica, come Miglior Direttore nel 1995 e come Miglior Direttore d'Opera nel 1998; sul versante discografico - non molto prolifico data l'intensità dell'attività concertistica - sono state premiate col Grand Prix della critica francese per le sue incisioni del "Billy Budd" di Britten e "Guerra e Pace" di Prokofiev.

Con la Radio di Colonia Bertini ha una intensa collaborazione; ne dirigerà l'Orchestra e il Coro in molte occasioni, e sceglierà questa compagine per il suo lavoro discografico più importante (nella sua non amplissima discografia): l'integrale delle Sinfonie di Gustav Mahler, realizzata tra Colonia e Tokyo nel periodo che va dal 1986 al 1991.

L'approccio di Bertini alla musica di Mahler non si fonda sulle comuni radici nella cultura ebraica, ma deriva da una maturazione musicale profonda, come egli stesso dice: "Ho cominciato a dirigere Mahler piuttosto tardi, perché sono cresciuto nell'ambiente culturale parigino degli anni Cinquanta e Sessanta: erano i tempi in cui Boulez strillava "Schoenberg est mort", figuriamoci Mahler... Insomma era considerata musica borghese, volgare. Come molti altri, ho scoperto Mahler alla fine degli anni Sessanta quando mi sono chiesto quali fossero le radici culturali della musica del Novecento e da quel momento non ho più smesso di dirigerlo".

La lettura della musica di Mahler data da Gary Bertini non indugia al ridondante edonismo sinfonico né asseconda un colorismo etnico; al direttore interessa soprattutto la bellezza come valore assoluto; le sue esecuzioni mahleriane sono state da lui definite "un Mahler mediterraneo", forse nel senso "affettivo" di calore umano che permea le sue interpretazioni.

Ascolteremo oggi la Sinfonia n. 9 in re maggiore, che Bertini incise dal vivo in una trionfale tournée a Tokyo nel 1991.

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