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LA CARTA DI ABU DHABI PER LA FRATERNITA' UMANA

Papa Francesco e il Grande Imam del Cairo hanno firmato un documento storico e hanno proclamato insieme le parole per la pace e il no alla violenza e alla guerra. ( servizio di: Stefano Girotti )

 LA CARTA DI ABU DHABI PER LA FRATERNITA&#39; UMANA Abu Dhabi-4 feb 2019. Una data che resterà nella storia come il giorno in cui i due leader religiosi hanno firmato un documento, redatto in tre copie, che verranno custodite nel Vaticano, nell' univeristà di Al-Azhar al Cairo e negli Emirati Arabi Uniti. Un impegno congiunto per la pace mondiale siglato al Founder's Memorial di Abu Dhabi, capitale degli UAE che furono fondati da Zayed bin Sultan Al Nahyan, al termine dell'incontro interreligioso che si è tenuto nell'Anno della Tolleranza. Il Papa, successore al Soglio di Pietro alla guida della Chiesa cattolica universale, e il Grande Imam, che rappresenta la guida spirituale più importante dei musulmani sunniti, sono stati accompagnati dal capo del governo degli Emirati e Sceicco di Dubai, Mohammed bin Rashid Al Maktum, considerato uno degli uomini più ricchi e potenti del pianeta. Francesco e Ahmad al-Tayyb hanno proclamato insieme le parole «pace» e «no alla violenza e alla guerra» nel luogo dove si è svolto l'incontro interreligioso, con oltre 700 leader di varie confessioni da tutto il mondo. << Sono qui come credente assetato di pace- ha detto il Pontefice- ho accolto l'opportunità di venire qui come credente assetato di pace, come fratello che cerca la pace con i fratelli. Volere la pace, promuovere la pace, essere strumenti di pace: siamo qui per questo>>. Bergoglio ha ricordato che "il logo di questo viaggio raffigura una colomba con un ramoscello di ulivo. È un'immagine che richiama il racconto del diluvio primordiale, presente in diverse tradizioni religiose. Secondo il racconto biblico, per preservare l'umanità dalla distruzione Dio chiede a Noè di entrare nell'arca con la sua famiglia. Anche noi oggi, nel nome di Dio, per salvaguardare la pace, abbiamo bisogno di entrare insieme, come un'unica famiglia, in un'arca che possa solcare i mari in tempesta del mondo: 'l'arca della fratellanza>>. Ribadendo l'esigenza di lavorare insieme per costruire un futuro migliore per l'umanità, il Papa ha precisato che "Non c'è alternativa, o costruiremo insieme l'avvenire o non ci sarà futuro. Le religioni, in particolare, non possono rinunciare al compito urgente di costruire ponti fra i popoli e le culture. È giunto il tempo in cui le religioni si spendano più attivamente, con coraggio e audacia, senza infingimenti, per aiutare la famiglia umana a maturare la capacità di riconciliazione, la visione di speranza e gli itinerari concreti di pace". Il Papa ha fatto sue le parole scritte da Fedor Dostoevskij nei libro i Fratelli Karamazov": "Chi mente a sé stesso e ascolta le proprie menzogne, arriva al punto di non poter più distinguere la verità, né dentro di sé, né intorno a sé, e così comincia a non avere più stima né di se stesso, né degli altri". Con tono deciso pronuncia "stop armi e guerre". Il Papa insiste e spiega che "la corsa agli armamenti, l'estensione delle proprie zone di influenza, le politiche aggressive a discapito degli altri non porteranno mai stabilità. La guerra non sa creare altro che miseria, le armi nient'altro che morte". Manifesta le sue preoccupazioni per quanto sta accadendo in medio oriente, in particolare nello Yemen, in Siria, Iraq e Libia. In fine, ha voluto esprimere il suo "apprezzamento per l'impegno di questo Paese (gli Emirati Arabi Uniti) nel tollerare e garantire la libertà di culto, fronteggiando l'estremismo e l'odio" poiché così facendo "si vigila anche perché la religione non venga strumentalizzata e rischi, ammettendo violenza e terrorismo, di negare sé stessa".
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