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GRANDE ATTESA PER L'ARRIVO DEL PAPA NELLE TERRE DEL PROFETA MUHAMMAD

Papa Francesco parteciperà al convegno sulla Fraternità Umana nelle terre sacre all'Islam. Su invito del Governo degli Emirati Arabi Uniti incontrerà Ahmad Al-Tayyib, grande imam di Al-Azhar.

GRANDE ATTESA PER L'ARRIVO DEL PAPA  NELLE TERRE DEL PROFETA MUHAMMADSogni e speranze per un mondo migliore accompagnano l'attesa per lo storico viaggio apostolico nella penisola arabica, precisamente sul Golfo Arabico ad Abu Dhabi, capitale degli Emirati Arabi Uniti dove il Santo Padre si recherà dal 3 al 5 febbraio. Dopo le celebrazioni in memoria del centenario della nascita di Zayed bin Sultan Al Nahyan, fondatore e primo presidente degli Emirati dal 1971 all'anno della sua morte nel 2004, proseguono le manifestazioni nell'Anno della Tolleranza. Un progetto che il padre ha lasciato in eredità ai figli, il presidente Khalifa bin Zayed Al Nahyan, ed il fratello Mohammed bin Zayed, principe ereditario e vice comandante generale delle forze armate, ricevuto dal pontefice in Vaticano nel settembre dello scorso anno. La costruzione del ponte ideale tra le grandi religioni monoteiste continua con l'instancabile impegno di Jorge Mario Bergoglio e degli interlocutori operativi del pontificio consiglio, sostenuti anche dagli esponenti dell'altra sponda del Mediterraneo che si prodigano per costruire il modello di una società multiculturale e aperta senza prevenzioni e steccati ideologici. Messaggi incoraggianti provengono da tutto il mondo. Il Capo del Governo ed emiro di Dubai, Mohamed Bin Rashid Al Maktum, ha espresso un grande "welcome" per il viaggio di Sua Santità, in quelle terre degli antichi beduini che oggi rappresentano un nuovo modello di sviluppo economico e d'integrazione sociale, con l'80% di abitanti provenienti da altre nazioni e quasi un milione di battezzati. I preparativi proseguono alacremente da lungo tempo, in un crescendo che coinvolge anche le comunità cristiane locali. Il Vicario Apostolico dell'Arabia Meridionale, monsignor Paul Hinder, descrive l'entusiasmo di coloro che attendono parole d'incoraggiamento e il desiderio di veder pienamente riconosciuta la loro presenza. Molti nel mondo non sanno nemmeno della loro esistenza. Il ministro Ahmed Al Jaber, chairman of UAE National Media Council, ha inviato una lettera che sintetizza l'importanza dell'evento che vede il primo Papa nella storia dell'umanità nel Golfo Arabico; quella parte del mondo in cui si trova La Mecca, città dove nacque il Profeta Maometto, nel 570. Lettera di H.E. Dr. Sultan Ahmed Al Jaber La prima visita Papale al Golfo Arabico, conferma l'antica tradizione di tolleranza, coesistenza ed integrazione che caratterizza gli Emirati Arabi Uniti. Quando Sua Santità Papa Francesco arriverà ad Abu Dhabi, la prossima settimana, sarà la prima visita Papale in assoluto al Golfo Arabico. Oltre a rappresentare una pietra miliare di per sé, questo evento assume anche un particolare significato e diventa una valida ed importante testimonianza della lunga tradizione di accettazione e condivisione dei valori di coesistenza, inclusione, tolleranza e umanità profondamente radicati negli Emirati Arabi Uniti. Fin dalla loro fondazione gli Emirati Arabi Uniti hanno preservato e difeso la libertà ed il diritto di professare ogni tipo di credenza, fede, confessione. La nostra costituzione protegge la libertà di espressione spirituale e proibisce esplicitamente ogni forma di discriminazione basata sulla religione o sulla razza. Papa Francesco troverà un Paese dove più di un milione di persone praticano la propria religione senza impedimenti di alcun genere e fianco a fianco ad una popolazione per la maggioranza musulmana. Negli Emirati Arabi Uniti più di quaranta Chiese offrono ospitalità a credenti che pregano accanto a Moschee ed a Templi Indù, Sikh a Buddisti. L'accettazione da parte degli Emirati Arabi Uniti di tutte le religioni è una caratteristica dell'impegno dei nostri governanti a favorire e promuovere una società aperta, che offra ospitalità e dia il benvenuto a una popolazione composta da più di duecento diverse nazionalità ed etnie, permettendo loro di lavorare e prosperare nei nostri confini. Questo atteggiamento generoso nei confronti del prossimo è nell'anima, un dogma dei nostri valori, una caratteristica chiave della nostra cultura ed un pilastro fondamentale della visione del nostro padre fondatore lo Sciecco Zayed bin Sultan al Nayan. Egli ha intuito che il suo Paese e altre regioni, avrebbero potuto trarre vantaggio e beneficio dalla costruzione di ponti permettendo la realizzazione di legami spirituali e connessioni culturali con la comunità internazionale. Questa filosofia ha sostenuto una politica estera che cerca "partnerships" basate sul mutuo rispetto, promuovendo così la prosperità in tutto il mondo, ed una politica interna che considera in modo paritario ogni cultura. Secondo questa inclinazione, quando i resti di un monastero Cristiano del diciassettesimo secolo furono scoperti nell'isola Sir Bani Yas nel 1992, lo Sceicco Zayed insistette affinché fossero preservati sia come reliquie storiche di una condivisa tradizione spirituale sia ai nostri tempi quale potente simbolo di coesistenza inter-culturale. Gli Emirati Arabi Uniti hanno stabilito relazioni diplomatiche con il Vaticano sin dal 2007 e da allora le relazioni con la Chiesa Cattolica si sono vieppiù rafforzate. Ne è seguita una visita ad alto livello in Vaticano nel 2016 dello Sceicco Mohamed bin Zayed al Nahyan, Principe Ereditario di Abu Dhabi e Vice Comandante Generale delle Forze Armate degli Emirati Arabi Uniti. Infine l'anno scorso lo Sceicco Abdullah bin Zayed, Ministro per gli Affari Internazionali e la Cooperazione, consegnò a mano a Papa Francesco l'invito a realizzare questa storica visita agli Emirati Arabi Uniti. Nel corso di questa visita che comprenderà la celebrazione di una messa pubblica, il Papa incontrerà lo Sceicco Ahmad Al Tayyeb, il Grande Imam di Al Azhar, ed il Capo del "Muslim Council of Elders". Riunendo leader spirituali della fede Sunnita e della fede Cattolica, questo incontro vuole mostrare un' impegno condiviso per la promozione dei principi di rispetto reciproco e di coesistenza pacifica. Avendo luogo "nell'anno della tolleranza", la visita Papale aiuta a definire cosa si intenda con questo termine. La visita rafforza la propensione etica degli Emirati Arabi Uniti verso l'inclusione e ci ricorda che la tolleranza non è uno stato passivo, ma richiede una azione costante e persistente. E' lo stesso principio che ci porta ad auspicare una società più giusta, dove l'equilibrio fra le nostre istituzioni possa essere realizzato e reso prioritario. E' in questo contesto che dobbiamo collocare gli eventi storici della prossima settimana. Ricevendo Papa Francesco stiamo mandando un messaggio a tutte le minoranze che vivono in mezzo a noi, senza distinzioni di credenze o cultura, in modo che non solo si sentano liberamente accettate ma anche accolte come partecipanti stimati per il loro contributo positivo agli Emirati Arabi Uniti. Gli Emirati Arabi Uniti si sentono rafforzati dalla diversità delle comunità che hanno scelto questo nostro Paese come la loro dimora. Nell'abbracciare questa diversità, gli Emirati Arabi Uniti continueranno a prosperare e ad estendere lo loro influenza positiva nella regione e oltre, incoraggiando così una pacifica coesistenza a livello globale. First Papal visit to the Arabian Gulf confirms UAE's longstanding record of acceptance, coexistence and inclusion. When his holiness Pope Francis arrives in Abu Dhabi next week, it will be the first ever Papal visit to the Arabian Gulf. While this represents a milestone event in its own right, it is also a powerful testament to the longstanding values of acceptance, coexistence, inclusivity, tolerance and humanity that are embedded in the very core of the United Arab Emirates. Since the UAE's foundation, the rights and liberties of all creeds, sects and beliefs have been safeguarded. Our constitution protects freedom of spiritual expression and explicitly prohibits any form of discrimination based on religion or race. Pope Francis will find a country where over one million Christians practice their religion without hindrance alongside a majority Muslim population. Throughout the UAE, over forty churches welcome believers for prayers next door to Mosques, as well as Hindu, Sikh and Buddhist Temples. The UAE's acceptance of all religions is an expression of our leadership's commitment to an open society, one that welcomes people representing over 200 nationalities and ethnicities to work, live and thrive within our borders. This generous attitude toward others is a core tenet of our values, a key characteristic of our culture and a fundamental pillar of the vision of our founding father, Sheikh Zayed bin Sultan al Nahyan. He realized that both his country and the wider region would benefit by building bridges and making cultural connections with the international community. This philosophy underpinned a foreign policy that seeks to create partnerships promoting prosperity around the world, based on mutual respect. And it is mirrored by a domestic policy that treats differing cultures equally. In this spirit, when the remains of a seventh century Christian monastery were discovered on Sir Bani Yas Island in 1992, Sheikh Zayed insisted that it be preserved both as a relic of shared spiritual history and a present day, potent symbol of cross-cultural harmony. The UAE first established diplomatic relations with the Vatican in 2007, and, since then, relations with the Catholic Church have only strengthened. A high level visit to the Vatican followed in 2016 by HH Sheikh Mohamed bin Zayed al Nahyan, Crown Prince of Abu Dhabi and Deputy Supreme Commander of the UAE Armed Forces. Then, last year, HH Sheikh Abdullah bin Zayed, Minister of Foreign Affairs and International Cooperation, hand delivered the invitation for Pope Francis to make his historic visit to the UAE. During his visit, which will include a public mass, the Pope will meet with Sheikh Ahmad Al Tayyeb, the Grand Imam of Al Azhar, and the chairman of the Council of Muslim Elders. Bringing together the spiritual leaders of the Sunni and Catholic faiths, this meeting will demonstrate a shared commitment to the principles of mutual respect, and peaceful coexistence. Coming in the "year of tolerance", the Papal visit helps define what we mean by this term. The visit reinforces the UAE's ethos of active inclusiveness and reminds us that tolerance is not a passive state, but requires constant, consistent action. It is the same principle that drives our focus on a fairer society, where gender balance within our leading institutions is being realized by being prioritized. It is in this context that we should view next week's landmark events. By hosting Pope Francis, we are sending a message to all those living among us, regardless of creed or culture, that they should not merely feel accepted, but are welcomed as active participants and celebrated for the positive contribution they make to the UAE. The UAE is made stronger by the diversity of the communities that have chosen to make our country their home. In embracing this diversity, the UAE will continue to prosper, extend a positive influence throughout the wider region and encourage peaceful coexistence globally. The Author is UAE Minister of State, H.E. Dr. Sultan Ahmed Al Jaber ( Servizio di: Stefano Girotti )
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