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British Invasion

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  1964, un'ondata travolgente di musica inglese si abbatté sul mondo intero: i Beatles trionfavano in un tour negli Stati Uniti e sulla loro scia tanti altri gruppi inglesi scalarono le top ten americane. “British Invasion” ripercorre quel periodo irripetibile che vide Londra, da città quasi provinciale, diventare la “swinging London”, il centro del mondo. Una nuova corrente non solo musicale, ma anche artistica, culturale, generazionale (che poi diventerà anche politica in certi paesi dell’occidente) si andava affermando.
Marco Dolcetta ci porta a spasso per la Swinging London, da Carnaby Street a Piccadilly. E’ la Londra della pop art, delle minigonne di Mary Quant e di Biba,  e di tutti quei gruppi giovanili che la animavano: i Kinks, i Them, Mott the Hoople, gli Yardbirds, , i Pretty Things, gli Hollies, gli Who e Rolling Stones... Ascolteremo Il Chelsea sound di Londra e il  Mersey sound, il suono dolce della musica Liverpool espresso dai Beatles, ma anche dai loro predecessori, i Merseybeats. Rivivremo Il confronto  tra i Mods e i Rockers . E’ la Londra che vive per sempre nelle foto di David Bailey (il fotografo che ispirò “Blow Up” di Antonioni e che sposò Catherine Deneuve con una cerimonia tipicamente ‘beat’ , in cui il testimone di nozze era Mick Jagger).
Qualche anno dopo l’invasione sbarcherà nella West Coast americana e sarà l’epoca degli Hippy, dei movimenti pacifisti, delle canzoni di Bob Dylan. Fino ad arrivare alle fasi finali della “British Invasion” con lo scioglimento dei Beatles negli ultimi anni 60 e il tramonto di una stagione irripetibile, la cui l'eredita' verrà raccolta da altri musicisti americani: i Doors, Lou Reed e Jimi Hendrix.

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