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Libri segnalati 2017


  Raffaella Di Castro, Testimoni del non-provato. Ricordare, pensare, immaginare la Shoah nella terza generazione, Carocci 2015

In questo libro parla l’ultima o “terza" generazione di ebrei ad aver ricevuto – da nonni o da genitori all’epoca bambini – una trasmissione diretta della memoria delle persecuzioni fasciste e naziste. Non per costruire un archivio in cui depositare l’“ultimo testimone", di agnosticare i sintomi transgenerazionali del trauma o costruire un’appartenenza a partire dalla memoria. Piuttosto, per cercare un orientamento in mezzo a intricati e stratificati paradossi, difficili incontri tra identità e differenze. 


Raffaella Di Castro, Il divieto di idolatria tra monoteismo e iconoclastia,
Guerini 2012

Idea centrale del monoteismo ebraico, il divieto di idolatria non va inteso come principio dogmatico e aprioristico di separazione tra Dio e idoli, bene e male, popolo ebraico e nazioni pagane, ma come consapevolezza critica che l’idolatria è un rischio interno alla condizione umana.
L’intera opera di Levinas può essere letta come un rigoroso gesto di adempimento del divieto biblico. Questa chiave interpretativa è esaminata alla luce dei passi in cui il divieto è tema esplicito, mostrandone la fecondità metodologica implicita, ma anche interrogandosi sui rischi e sulle effettive cadute idolatriche del pensiero levinasiano. 

Raffaella DI Castro 
Ha studiato filosofia a Roma,Messina e Berkeley, dove ha trascorso un anno di specializzazione postdottorale dedicandosi a ricerche interdisciplinari sulla memoria e sull’idolatria. Ha collaborato con la Commissione Italiana del Fondo Svizzero per Vittime della Shoah in stato di bisogno e, attualmente, insegna "Filosofia della memoria" presso l’Università della Calabria. Ha pubblicato diversi saggi e il volume Un’estetica implicita. Saggio su Lévinas (Guerini 1997), per il quale ha ricevuto il premio Daniele Levi 2001.



   Ahron Bregman, La vittoria maledetta, Einaudi ed. 2017

Nella breve ma decisiva Guerra dei sei giorni del 1967, Israele, con una mossa che avrebbe modificato per sempre la mappa del Medio Oriente, ha conquistato la Cisgiordania, le Alture del Golan, la Striscia di Gaza e la Penisola del Sinai. La vittoria maledetta è la prima storia completa delle turbolente conseguenze di quella guerra: un'occupazione militare dei territori palestinesi che compie adesso cinquant'anni. Fondato su documenti tratti da fonti di alto livello finora inaccessibili, il libro offre una cronaca cruda e avvincente di come la promessa di Israele di una «occupazione leggera» rapidamente sia stata disattesa e di quali siano stati i tormentati tentativi diplomatici di concluderla.  

Ahron Bregman insegna presso il Department of War Studies, al King's College di Londra. È autore di diversi libri su Israele e i Paesi arabi, tra cui ricordiamo: The Fifty Years War. Israel and the Arabs, Israel's Wars. A History since 1947, A History of Israel 



Ananda Kentish Coomaraswamy, La tenebra divina - Saggi di metafisica, Adelphi 2017


Questo secondo volume di saggi, che appare dopo Il grande brivido, raduna scritti che rappresentano il vertice del pensiero metafisico di Coomaraswamy nel suo periodo più intenso e fecondo. Grazie all’incontro folgorante con le opere di Guénon, Coomaraswamy scopre la Filosofia Perenne quale Verità unica e immutabile in cui si radicano tutte le tradizioni sacre ortodosse dell’umanità – dall’induismo al cristianesimo, dal neoplatonismo all’islam –, «dialetti di un unico linguaggio spirituale» che conducono a una sola Realtà: quello Spirito eterno e immanente che, secondo quanto afferma il Vedanta, conosce, agisce, trasmigra. Il compito della metafisica è eminentemente pratico, e la ricerca si conclude soltanto quando il ricercatore stesso sia divenuto l’oggetto della sua ricerca.

Ananda Kentish Coomaraswamy (in tamil: ஆனந்த குமாரசுவாமி; Colombo, 22 agosto 1877 – Needham, 9 settembre 1947) è stato uno storico dell'arte dello Sri Lanka, fu il padre di Rama Coomaraswamy. È considerato uno dei principali studiosi dell'arte indiana e, più in genere, dei rapporti tra la civiltà simbolica orientale e quella occidentale.



  Carla Ricci, Maria Maddalena, CLaudiana 2017

In queste pagine evocative e  appassionate, Carla Ricci ricerca nei testi apocrifi del Nuovo Testamento le tracce di Maria di Magdala, ritrovando una «memoria di lei», una «memoria del cuore», una Maddalena amata di Gesù e prediletta «donna di luce», proprio per questo osteggiata e cancellata dalla tradizione. La ricerca di Carla Ricci nella letteratura «dell’altrove», una letteratura di comunità dedite a conservare «memorie altre», nello specifico di Maria Maddalena, propone tre linee di trasmissione femminile, sottese ai testi, su Gesù e le donne: la memoria dei racconti della passione e risurrezione; dei dialoghi legati agli insegnamenti riservati a Miriam; e delle seguaci di Cristo. 

Carla Ricci   è  dottore di ricerca in Scienze dell’antichità classica e cristiana, ha pubblicato Maria di Magdala e le molte altre. Donne sul cammino di Gesù,  con coedizione anglo-americana Burns & Oates - Fortress Press, England-U.S.A. 1994



Davide Susanetti, La via degli dei, Carocci ed. 2017


Dagli antichi misteri di Eleusi al fuoco divino della teurgia, dagli incantesimi dell’eros alle porte solstiziali dell’antro cosmico, dalle discese nell’Ade ai viaggi astrali dell’anima, dall’uovo degli orfici al serpente degli alchimisti, dalla caverna platonica alle visioni di Ermete: passo dopo passo, in una sequenza di sette capitoli, le voci della tradizione antica risuonano suggerendo pratiche esoteriche e percorsi iniziatici che mutano la percezione ordinaria dell’esistenza e riplasmano la configurazione della soggettività. ...

Davide Susanetti 

È professore di Letteratura greca all’Università di Padova. Si occupa di teatro antico, di filosofia greca e di tradizioni esoteriche




   Zwingli, Opere scelte - Volume I - Amica esegesi  a cura di Ermanno Genre, Claudiana 2017

Con Amica esegesi Huldrych Zwingli si rivolge per la prima volta a Lutero per confutarne gli insulti e le accuse di eresia contro i riformatori svizzeri per la loro concezione dell’eucaristia.
Il teologo tedesco, che in un primo tempo si era espresso a favore di un’interpretazione spirituale della Santa Cena, era poi passato a un’interpretazione letterale delle parole di Gesù «Questo è il mio corpo», bastione indistruttibile che nessuna esegesi avrebbe potuto scalfire. Attraverso un’esegesi dettagliata del Nuovo Testamento, in particolare del Vangelo secondo Giovanni, che recita «È lo Spirito che dà la vita, la carne non serve a nulla», Zwingli si propone quindi di dimostrare la fragilità della tesi luterana, opponendogli che Cristo è, sì, realmente presente nella celebrazione eucaristica, non però nel pane e nel vino, bensì nell’assemblea dei credenti, vero «corpo di Cristo».

Ermanno Genre ha insegnato Teologia pratica presso la Facoltà valdese di Teologia di Roma ed è professore invitato in diverse facoltà cattoliche.
Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Gesù ti invita a Cena. L’eucaristia è ecumenica, Martin Bucer. Un domenicano riformatore , Introduzione alla bioetica. Bioetica e teologia pastorale in dialogo , Osea. L’adultera perdonata.

  
   Anna Vanzan, diario persiano, Il Mulino 2017

... nel fast food «alla persiana», che imita il McDonald’s del «Grande Satana», fa sempre un certo effetto sbocconcellare un panino sotto lo sguardo corrucciato dell’ayatollah Khomeini; la sua immagine è appesa accanto alla lista delle bibite che prevede sempre la versione locale della Coca-Cola - la Zamzam, così chiamata in omaggio al pozzo omonimo che si trova alla Mecca. Il volo dell’Austrian Airlines si abbassa verso Teheran mentre la voce della hostess ricorda alle passeggere di coprirsi il capo in osservanza alle regole della Repubblica islamica d’Iran. Una ragazza iraniana si sistema il foulard intorno al viso sussurrando: lo odio… . Si apre così il diario di viaggio di un’orientalista da anni innamorata dell’Iran e ...



Anna Vanzan
Iranista e islamologa, laureata in Lingue Orientali a Venezia, ha conseguito il Ph.D. in Near Eastern Studies presso la New York University. Si occupa soprattutto di problematiche di genere nei paesi islamici, in molti dei quali ha svolto ricerca.
Ha tenuto corsi in atenei italiani e stranieri e attualmente insegna  Cultura Araba (Università di Milano).


  Salvatore Settis, Cieli d'Europa, UTET  2017  

Milioni di europei “prigionieri” di una crisi che sembra senza fine e senza nome  si ripercuote sui milioni di “esiliati” che migrano attraverso un continente le cui rovine non sembrano più utili a nessuno.
 Se ci fermiamo a pensare, infatti, il degrado dei monumenti e dei paesaggi, il declino delle città storiche e il diffondersi dei ghetti urbani si rivelano come i diversi segnali di una crisi non solo economica e politica, ma culturale:
Per invertire la rotta non basta appellarsi a un generico recupero della tradizione umanistica e a una nuova centralità della cultura, perché occorre chiedersi: quale tradizione? E quale idea di cultura?
Per rispondere a queste domande Salvatore Settis segue un percorso inedito e illuminante: dall’iconoclastia “diffusa” di questi anni alla centralità delle rovine nella storia europea, dalla necessità di ricalibrare l’idea di “classico”.


Salvatore Settis ha diretto a Los Angeles il Getty Research Institute (1994-1999) e a Pisa la Scuola Normale Superiore (1999-2010). È stato presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali (2007-2009) e tra i founding members dell’European Research Council (2005-2011).
È membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’Istituto Veneto, dell’American Philosophical Society di Philadelphia, dell’American Academy of Arts and Sciences, dell’Accademia Nazionale di San Luca, dell’Accademia delle Arti del Disegno e delle Accademie di Francia, di Berlino, di Baviera e del Belgio. Dal 2010 è presidente del Consiglio Scientifico del Louvre.
Fra i suoi ultimi libri: "Paesaggio Costituzione cemento. La battaglia per l’ambiente contro il degrado civile",  "Azione popolare. Cittadini per il bene comune",  "Se Venezia muore"  "Architettura e democrazia. Paesaggio, città, diritti civili " .






Aldo Tollini, Lideale della Via, Einaudi 2017

La Via occupa un posto di particolare rilievo nella civiltà giapponese medievale, dando vita, nelle varie forme in cui si manifesta, tra le quali la Via del Guerriero, del Tè, della Poesia, al nucleo fondamentale della cultura che si sviluppò tra i secoli XII e XVII. È il periodo in cui i samurai vennero alla ribalta della scena politica e sociale, e poi anche culturale, prendendo e gestendo il potere effettivo: un'epoca di sanguinose lotte, ma pure di una grande fioritura intellettuale che ha lasciato un segno indelebile persino sulla società giapponese contemporanea.



Aldo Tollini insegna lingua giapponese classica all'Università Ca' Foscari di Venezia. Si interessa di cultura giapponese medievale, e in particolare di Buddhismo, di cultura del Tè e traduce testi classici giapponesi. Tra le sue pubblicazioni,  "Antologia del buddhismo giapponese" " Lo Zen. Storia, scuole, testi "





   Giorgio Ravegnani, Galla Placidia, Il Mulino 2017

Nella storia avventurosa di Galla Placidia (ca. 392-450) si rispecchia il dissolvimento dell’impero romano d’occidente. Figlia dell’imperatore Teodosio I, nel 410 fu presa in ostaggio dai Visigoti, condotta in Gallia, e maritata al re Ataulfo. Restituita alla corte di Ravenna, sposò il generale romano Flavio Costanzo. Morto questo, fu esiliata dal fratellastro Onorio. Riparò a Costantinopoli e rientrò in Italia al seguito di un esercito inviato dall’Oriente per deporre l’usurpatore insediatosi sul trono alla morte di Onorio. Divenuto imperatore il figlio Valentiniano in minore età, Galla Placidia si trovò ad esercitare il potere supremo, mantenendo poi anche in seguito una notevole influenza sulla vita politica.


Giorgio Ravegnani insegna Storia bizantina nell'Universita' di Venezia. Con il Mulino ha pubblicato "I bizantini in Italia"  "Bisanzio e Venezia" , "Imperatori di Bisanzio"


 Maria Serena Mazzi, Donne in fuga, Il Mulino 2017 

Nel Medioevo le donne vivevano in una rigida sottomissione. Non assecondare la volontà della famiglia, non ubbidire agli uomini, padri, mariti o padroni, manifestare indipendenza di giudizio o di comportamento facevano di loro delle ribelli. Ma non sono mancate sante, regine, badesse, semplici monache, umili contadine, serve, schiave, eretiche, streghe, prostitute che hanno scelto di sottrarsi a destini segnati, resistendo, opponendosi, fuggendo. Donne decise a viaggiare, conoscere, insegnare, lavorare, combattere, predicare. O semplicemente a difendersi da un marito violento, da un padrone brutale. O a salvarsi la vita, scampando ai roghi dell’Inquisizione. Da Margery Kempe a Giovanna d’Arco, da santa Brigida a Eleonora d’Aquitania, alle tante ignote o dimenticate donne in fuga verso la libertà.


Maria Serena Mazzi E' professore ordinario di Storia medievale. Tra i suoi libri, "Prostitute e lenoni nella Firenze del Quattrocento", "Toscana bella", "I labirinti del potere",  "In viaggio nel Medioevo"


Johann Chapoutot, Il nazismo e l'Antichità, Einaudi 2017

Il Terzo Reich nutrí per il mondo classico un'autentica venerazione, arrivando a teorizzare l'identità razziale di Greci, Romani e Germani, uniti in una stessa lotta millenaria. Tutti gli aspetti della falsificazione nazista della storia, alla ricerca di un'antichità immaginaria, monito e modello per plasmare un intero popolo e imporre al mondo il nuovo Impero.

Johann Chapoutot insegna all'Università Paris-III Sorbonne nouvelle ed è membro dell'Institut universitaire de France. Tra i suoi lavori ricordiamo Le meurtre de Weimar, Le nazisme et l'Antiquité, Controllare e distruggere, La legge del sangue.




Daniele Biella, L'isola dei giusti - Lesbo crocevia dell'umanità, ed. Paoline 2017

Tra la primavera del 2015 e del 2016 sull’isola greca di Lesbo sono arrivate via mare dalla Turchia, su gommoni stipati all’inverosimile, 600mila persone, un numero più di sette volte superiore agli 80mila isolani. Un viaggio di quattro miglia marine (poco più di sette chilometri), rischiando la vita dopo aver lasciato il loro Paese: Siria, Iraq, Afghanistan, Eritrea... Migranti, profughi, refugees che hanno sostato sull’isola, prima di riprendere il viaggio per il Nord Europa attraverso la “rotta balcanica”. A dare loro un primo soccorso non c’erano le autorità ma normali cittadini, accorsi da tutto il mondo; per primi sono arrivati gli abitanti dell’isola: una nonna e un pescatore (candidati al premio Nobel per la pace 2016), la proprietaria di un albergo, una ristoratrice, una giovane mamma e regista, un prete, uno scultore. 
Sono loro i sette giusti raccontati sullo sfondo di un’isola che ha dentro di sé l’antidoto a razzismo e diffidenze, che colpiscono oggi una parte dell’Europa.

Daniele Biella, sposato e padre di due figli, giornalista (fa parte del team della testata "Vita"), impegnato anche nell'educazione e nel sostegno di ragazzi in difficoltà è autore di un altro libro "Nawal, L'angelo dei profughi" ed. Paoline 2015




Gian Enrico Rusconi, La teologia narrativa di papa Francesco, Laterza 2017

L'idea diffusa che papa Francesco sia 'forte' nella pastorale ma 'debole' nella dottrina è un equivoco, La grande espressività del pontefice vive infatti di una originale 'teologia narrativa', che è a un tempo tradizionale e innovativa, legata al quotidiano e rivolta a tutti, credenti e non.  



Gian Enrico Rusconi 
Professore emerito di Scienze politiche presso l'Università di Torino, laureato in filosofia, esordì come docente di Sociologia nel 1968 presso la facoltà di sociologia di Trento. Nel 1975 fu chiamato, per la medesima materia, presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Torino, dove poi si trasferì alla cattedra di Scienza della politica. Tra il 1980 e il 1983 fu tra gli animatori della rivista Laboratorio politico. È stato direttore dell'Istituto storico italo-germanico di Trento dal 2005 al 2010. Attualmente è editorialista del quotidiano La Stampa, ed è stato anche Visiting Professor presso la Freie Universität di Berlino.

 


Règine Pernoud, La donna al tempo delle cattedrali, Lindau 2017


Il cammino della donna verso l’emancipazione e la parità non è di fatto ancora concluso all’inizio del terzo millennio, nonostante le conquiste degli ultimi decenni. Si potrebbe quindi pensare che in passato, e a maggior ragione in un’epoca lontana e arretrata come è stata a lungo considerata il Medioevo, alle donne fossero riconosciuti ruoli e spazi ancora più ristretti e limitati. 
Gli studi di Régine Pernoud hanno al contrario dimostrato che in tale periodo le donne affermarono la loro autonomia e stabilirono il loro potere in diversi ambiti della vita, raggiungendo posizioni di assoluto prestigio nella medicina, nella religione, nella cultura e nella politica.  

Régine Pernoud  è stata una delle più importanti studiose del Medioevo. Prima Conservatore al Museo della Storia di Francia e poi degli Archivi Nazionali francesi, ha avuto il grande merito di riscoprire e rivalutare i cosiddetti «secoli bui» del Medioevo che, soprattutto fra 400 e 1400, hanno dato un contribuito fondamentale alla cultura, all’arte e alla scienza, ben più di quello che si è voluto far credere successivamente. Tra le numerose e importanti pubblicazioni che ha curato ricordiamo in particolare le biografie di Eloisa, Eleonora d’Aquitania e Giovanna d’Arco.



 Armando Matteo, Il Dio mite, San Paolo ed. 2017

Ha ancora senso fare teologia oggi? E quale sarebbe tale senso? Possiede ancora uno spazio di risonanza pubblica, la teologia oggi? Il presente volume vuole rispondere proprio a questi interrogativi, nella consapevolezza che nella vita della Chiesa il lavoro teologico è un ingrediente essenziale.  

Armando Matteo 
E' docente di Teologia fondamentale presso la Pontificia Università Urbaniana in Roma. È autore di numerosi saggi, alcuni dei quali tradotti all’estero. Di recente ha dato alle stampe: L’adulto che ci manca. Perché è diventato così difficile educare e trasmettere la fede, Cittadella, Assisi 2014; Insegnare agli ignoranti. Imparare è nascere di nuovo, EMI 2015; Tutti muoiono troppo giovani. Come la longevità sta cambiando la nostra vita e la nostra fede, Rubbettino 2016.




Frank Ostaseski, Cinque inviti - Come la morte puo' insegnarci a vivere pienamente, Mondadori 2017

Accompagnare un essere umano al limite estremo della vita, essere testimone partecipe ed empatico del momento del trapasso è un'esperienza fondamentale, che cambia radicalmente la visione dell'esistenza e, quindi, il modo di vivere di chi non ha paura di connettersi con gli altri e con il loro dolore.  

Frank Ostaseski è stato il fondatore, nel 1987, dello "Zen Hospice Project" e oggi ne è l'insegnante guida.  Attraverso il suo insegnamento e i suoi scritti ha introdotto migliaia di persone negli Stati Uniti e in Europa all'esercizio della compassione e della consapevolezza nell'accompagnamento dei morenti.   Tiene regolarmente conferenze e ritiri in varie parti del mondo per chi è impegnato in attività di assistenza e per chi sta affrontando malattie gravi.





 Angela Ales Bello, Tutta colpa di Eva, Castelvecchi 2017

Gli ultimi secoli della storia occidentale sono stati attraversati da una crescente influenza del pensiero femminista, dalle sue origini cristiane nelle comunità calviniste del Settecento fino all'elaborazione, in anni più recenti, della gender theory. Da Edith Stein a Judith Butler, il ruolo del femminile e del rapporto uomo-donna nell'antropologia femminista, nella religione cristiana, nella teologia queer e in altre teorie filosofiche sono oggi al centro di una rivoluzione che sembra ancora agli inizi. La filosofa Angela Ales Bello ne ripercorre qui la genesi, il fondo antropologico, le origini nelle culture arcaiche e nella cultura occidentale cristiana.

Angela Ales Bello 
È professore ordinario di "Storia della Filosofia Contemporanea" presso l'Università Lateranense di Roma, Facoltà di Filosofia. Dirige il Centro Italiano di Ricerche fenomenologiche, con sede in Roma, affiliato a "The World Phenomenology Institute" (USA). È direttore della rivista "Aquinas" e fa parte del comitato di redazione di numerose riviste italiane e straniere fra cui "Per la filosofia", "Segni" e "Comprensione", "Analecta Husserliana", "Phenomenological Inquiry". 
Tra le sue pubblicazioni  Analisi di inediti husserliani sulle scienze; Husserl. Sul problema di DioCulture e religioni. Una lettura fenomenologica  



Ronald Hendel, Il libro della Genesi, Il Mulino 2017

«In principio Dio creò il cielo e la terra»: è dall’incipit dell’Antico Testamento che parte, ancora oggi, ogni interrogazione su Dio, sulla realtà e sull’umanità, per la religione ebraica come per quella cristiana. Dopo aver raccontato l’origine del libro (la «genesi della Genesi») in quanto combinazione di fonti e storie provenienti da antiche tradizioni, l’autore ne delinea le diverse modalità interpretative, da quella letterale a quella simbolica o figurale, accompagnando il lettore in un percorso che muove da san Paolo, passa per Lutero, Spinoza, Galileo e Darwin, e giunge a Giovanni Paolo II.

Ronald Hendel è docente di Studi ebraici alla University of California di Berkeley. È il curatore della Oxford Hebrew Bible. Fra i suoi libri ricordiamo: «Remembering Abraham» (2005) e «Reading Genesis» (2010).




 Giovanni Garbini, Il vangelo aramaico di Matteo, Paideia ed. 2017

Nella linea di ricerca inaugurata con Storia e ideologia nell’Israele antico e proseguita poi con Mito e storia nella Bibbia, il nuovo volume di Giovanni Garbini raccoglie una serie di contributi recenti, in parte inediti, dedicati alla storia e alla cultura dell’Israele antico e ai loro sviluppi fino agli albori del cristianesimo.

Giovanni Garbini
E' stato ordinario di Filologia semitica all’Università di Roma «La Sapienza» e socio dell’Accademia Nazionale dei Lincei, dopo aver insegnato a Napoli e alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Filologo ed epigrafista semitista, si è distinto anche per la metodologia con cui ha affrontato e studiato l’Israele antico. Per i tipi Paideia ha pubblicato Storia e ideologia nell’Israele antico (1986), Cantico dei Cantici (1992), Note di lessicografia ebraica (2010), Dio della terra, dio del cielo (2011), I Filistei. Gli antagonisti d’Israele (2012), Il poema di Baal di Ilumilku (2014), Vita e mito di Gesù (2015) e, in collaborazione con O. Durand, Introduzione alle lingue semitiche (1994).



 Goffredo Boselli, Il senso spirituale della Liturgia, ed. Qiqajon 2011

Il futuro del cristianesimo in occidente dipende in larga misura dalla capacità che la chiesa avrà di fare della sua liturgia la fonte della vita spirituale dei credenti. Ma i credenti oggi vivono della liturgia che celebrano? Solo se vivono della liturgia, infatti, essi potranno attingere da essa quelle energie spirituali essenziali per il nutrimento della loro vita di fede. Questo libro si propone come guida per accedere al senso spirituale che abita la liturgia, così che ogni comunità e ciascun cristiano possa viverla, comprenderla e interiorizzarla.

Goffredo Boselli  è  monaco di Bose e liturgista e  membro del comitato scientifico dei Convegni internazionali di liturgia di Bose, della "Commission francophone cistercienne" e delle redazioni di "Rivista Liturgica" e di "Arts Sacrés". Collabora con la "Commissione episcopale per la liturgia della CEI" in qualità di esperto.


 
Giada Lonati, L'ultima cosa bella, Rizzoli 2017 

Mai come oggi i successi della medicina ci consentono di accarezzare l’illusione dell’immortalità. Però, anche quando saremo guariti una, cento, mille volte, alla fine moriremo. È una cattiva notizia ma è così. Succederà a tutti noi, almeno per quel che ci è dato sapere. Perché allora la morte continua a essere il grande rimosso della nostra cultura? Se prima o poi anche l’Italia avrà una legge per cui saremo chiamati a esprimere le nostre volontà in un “testamento biologico”, come potremo farlo se non siamo in grado di integrare la fine della vita nel nostro orizzonte, di riconoscerci innanzitutto parte di un’umanità mortale? Come possiamo rivendicare la libertà di prendere delle decisioni sul nostro fine vita se vogliamo ostinatamente compiere questa scelta a occhi chiusi?

Giada Lonati
E' medico palliativista e direttore socio-sanitario di Vidas, l’associazione milanese che dal 1982 assiste gratuitamente i malati terminali e le loro famiglie.



 Giampiero Comolli, Apocalisse, Claudiana, 2017

Giampiero Comolli ci invita a scoprire il testo forse più oscuro e inquietante delle Scritture con approccio narrativo e a tratti autobiografico, spiegandoci in che modo si possa «meditare con l’Apocalisse» e raccontandoci come questo libro sorprendente offra in realtà aperture nuove e rasserenanti per noi tutti, credenti e non credenti, oltre che per la nostra epoca. 

Giampiero Comolli giornalista e scrittore   ha realizzato numerosi reportage per riviste di viaggio e ha condotto varie inchieste sui fenomeni religiosi contemporanei. Collabora a “Riforma”, è presidente del Centro Culturale Protestante di Milano, ed è tra i promotori dell’Accademia del Silenzio, presso la quale tiene seminari di meditazione.  


 


Catherine Chalier, Leggere la Torà, GIuntina 2017

Le letture fondamentaliste dei testi sacri proiettano sul nostro tempo un grave pericolo per la libertà. Gli studi scientifici, da parte loro, omettono il richiamo spirituale che tali testi esercitano. Questo saggio propone una lettura spirituale della Torà secondo la tradizione ebraica che si rivela altrettanto scrupolosa della lettura scientifica e che ne rende eterna la parola perché il suo senso è eternamente rinnovato. Leggere la Torà è un lavoro di interpretazione e nello stesso tempo un coinvolgimento del sé. Si tratta di elevarsi ed elevare il mondo. La Torà ci parla del nostro presente e non offre soluzioni preconfezionate: i versetti parlano al lettore qui e ora, sollecitano la sua intelligenza e il suo cuore a trovare risposte al cui centro vi sia sempre il volto dell’altro.


Catherine Chalier 
Filosofa francese e traduttrice, autrice di diversi libri sul rapporto tra pensiero ebraico e la filosofia. Si è specializzata nel lavoro di Emmanuel Lévinas, che ha curato con Rodolphe Calin due volumi dell'edizione critica di IMEC1.


 Lidia Maggi, Angelo Reginato, Vi affido alla Parola, Claudiana 2017 

Dopo Dire, fare, baciare e Liberté, Egalité, Fraternité, in quest’ultimo volume della trilogia intorno all’atto della lettura del testo biblico, Lidia Maggi e Angelo Reginato mettono a tema il “leggere insieme” la Scrittura nella comunità ecclesiale, riflettendo sulla natura relazionale e comunitaria della fede e della lettura biblica nel contesto, individualistico, della contemporaneità.

Lidia Maggi  pastora battista si occupa anche di formazione e dialogo ecumenico. Tra le sue pubblicazioni ricordiamo: Quando Dio si diverte: la Bibbia sotto le lenti dell’ironia, Il Pozzo di Giacobbe, 2008; Elogio dell’amore imperfetto, Cittadella, 2011; Le donne di Dio. Pagine bibliche al femminile, Claudiana, 2014

Angelo Reginato
laureato in Teologia biblica, svolge un ministero pastorale nelle chiese battiste. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Lavoro, Emi, 2008; «Che il lettore capisca» (Mc 13,14). Il dispositivo di cornice nell’Evangelo di Marco, Cittadella, 2009 



   Waye A. Meeks, Cristo è il problema, Paideia 2017

La questione di quale sia il Cristo in cui si possa credere – questione suscitata dalla varietà delle identità che la figura di Cristo assume nelle diverse culture e situazioni sociali – conduce rapidamente alla constatazione che dietro alle rappresentazioni molteplici che se ne hanno non c’è un unico Cristo, e che se sovente queste immagini sono proiezioni di speranze, di aspirazioni o di pregiudizi, nessuna ne esaurisce lo spessore. Del resto chi viva nel XXI secolo, dopo secoli di ricerca storica su Gesù della storia e Cristo della fede, difficilmente può evitare di chiedersi se Gesù sia l’ultima parola.

Wayne A. Meeks
E' professore emerito di Studi religiosi all’Università di Yale, in Italia è noto soprattutto per un pionieristico quanto celebre e fortunato saggio sul mondo sociale di Paolo apostolo: I cristiani dei primi secoli (1992). Autore di numerosi studi sulla letteratura neotestamentaria, si è occupato in particolare della problematica dell’etica nei primi secoli cristiani, argomento a cui ha dedicato due monografie: Il mondo morale dei primi cristiani (1986) e Le origini della morale cristiana (1993), edito anche in lingua italiana. 




Paolo Branca, Barbara De Poli, Islam -Fattore R, EMI 2013  

È il numero 11 della collana chiusa "Fattore R, religioni fra tradizione e globalità". Una collana di 16 volumi per conoscere le religioni e capire la relazione delle fedi con il mondo di oggi. "Islam" spiega la religione islamica in modo chiaro ma approfondito, focalizzando l'attenzione sulle relazioni dell'islam con il mondo contemporano: nella politica, nell'economia e nella società

Paolo Branca insegna "Lingua e letteratura araba e Islamistica" all’Università Cattolica di Milano.
Barbara De Poli insegna a Venezia "Storia contemporanea dei paesi islamici". Autrice di numerose pubblicazioni.



 Samir Khalil, Quelle tenaci Primavere arabe, EMI 2013

Alle primavere arabe del 2011 pare essere succeduto, in molti casi, un rigido inverno. "Questo è il dramma del mondo arabo: una minoranza fanatica e radicale si impone a una maggioranza musulmana, non fanatica, con cui si potrebbe dialogare", afferma senza mezzi termini l'autore. Samir Khalil Samirè allo stesso tempo convinto, però, che si sia messa in moto una rivoluzione irreversibile nelle menti di strati sempre più ampli delle popolazioni arabe.

Samīr Khalīl Samīr
E' un filosofo islamista e teologo egiziano,siriacista e studioso di lingue semitiche. Islam e occidente.
Trale sue pubblicazioni:  Le sfide della coabitazione,  Lindau, 2011 

Decine di articoli sulla rivista quotidiana Online "AsiaNews"




Marco Guzzi, Fede e rivoluzione - un manifesto, ed. Paoline 2017

In questo volume Marco Guzzi si prefigge di spiegare in un linguaggio molto semplificato, addirittura ritmico, la centralità della scelta di fede - e della fede in Cristo - in questa svolta antropologica in atto.
La fede di Cristo, infatti, ci apre all'esperienza di un'umanità nuova, radicalmente libera e creativa, cioè quella che oggi sta tentando di emergere in ciascuno di noi.
Questo, d'altronde, provoca un immenso movimento di revisione dello stesso cristianesimo storico, una vera e propria Nuova Evangelizzazione, che al contempo ci spinge verso una riformulazione della stessa civiltà occidentale. Il libro è articolato in tre parti: Fede e Verità; L'Io creatore; La Grande Riforma.

Marco Guzzi
Laureato in Giurisprudenza e successivamente in Filosofia, Ha trascorso l'adolescenza partecipando alla lotta politica studentesca. Ha coltivato in particolare l'interesse per la poesia e la filosofia tedesca, studiando presso le Università di Friburgo in Brisgovia e Bonn. Le sue attività principali, nel campo culturale, hanno spaziato dalla partecipazione a trasmissioni radiofoniche culturali giovanili alla pubblicazione di numerose raccolte di poesia, alla redazione di numerosi saggi filosofici, in cui la filosofia contemporanea, in particolare heideggeriana, si coniuga a una profonda rimeditazione dei temi della teologia cattolica. Dal 1999 ha fondato e avviato l'esperienza dei Gruppi "Darsi-pace", una ricerca sperimentale di liberazione interiore nell'orizzonte di una riconiugazione tra fede cristiana e modernità. Dal 2004 dirige la collana "Crocevia" presso le Edizioni Paoline. Dal 2005 tiene corsi presso il "Claretianum", Istituto di Teologia della Vita Consacrata dell'Università Lateranense. Dal 2008 è professore invitato nella Facoltà di Scienze dell'Educazione dell'Università Pontificia Salesiana.     

 
 Silvano Petrosino, Emmanuel Levìnas, Feltrinelli 2017


“A me sembra che la peculiarità dell’opera di Levinas non possa essere apprezzata se non all’interno di quel confronto tra ‘logos biblico’ e ‘logos filosofico’ la cui traccia appare, come in filigrana, in ogni pagina scritta dal filosofo. È infatti solo alla luce di un simile incontro, luogo al tempo stesso di un’intima vicinanza e di una irriducibile distanza, che si può intendere il risuonare di quella che in fondo è la sola ipotesi che Levinas non si è mai stancato di proporre e approfondire, e cioè che il ‘logos è etico’.
Silvano Petrosino


Silvano Petrosino   insegna Teorie della comunicazione e Antropologia religiosa e media all’Università Cattolica di Milano. Si occupa di filosofia contemporanea e, in particolare, dell’opera di Heidegger, Levinas e Derrida. Tra i suoi libri più recenti si ricordano: Soggettività e denaro. Logica di un inganno (Jaca Book, 2012), Elogio dell’uomo economico (Vita e Pensiero, 2013), Le fiabe non raccontano favole. Credere nell’esperienza (Il nuovo melangolo, 2013), L’idolo. Teoria di una tentazione. Dalla Bibbia a Lacan (Mimesis, 2015), Il magnifico segno. Comunicazione, esperienza, narrazione (Edizioni San Paolo, 2015), La scena umana. Grazie a Derrida e Levinas (Jaca Book, 2016) e, nella collana "Eredi" Feltrinelli, Emmanuel Levinas. Le due sapienze (2017).




Guido Boselli, Il senso spirituale della liturgia, Qiqajon ed. 2016

"Un passo avanti nell'intelligenza della liturgia" (Paul De Clerck).
Una guida per accedere al senso spirituale che abita la liturgia, così che ogni comunità e ciascun cristiano possa viverla, comprenderla e interiorizzarla.

Fr. Goffredo Boselli  
Monaco di Bose e liturgista

  Luigino Bruni, La sventura di un uomo giusto, EDB 2016 

Una persona giusta, integra e retta viene colpita, nel pieno della felicità e senza alcuna spiegazione, da una grande sventura. Il filo rosso che attraversa il Libro di Giobbe ci ricorda che la vita è molto più complessa delle nostre convinzioni meritocratiche e ci invita ad abbandonare una visione «retributiva» della fede - centrale anche nell'etica del capitalismo - portata a considerare la ricchezza e la felicità come premi per una vita giusta. In questo senso, la storia biblica è un insegnamento non solo sulla sventura del giusto, ma anche sul senso dell'esistenza umana.

Luigino Bruni 
E' un economista, accademico, saggista e giornalista italiano.
Economista e storico del pensiero economico, con interessi in filosofia e teologia, è personaggio di rilievo dell'economia di comunione e dell'economia civile. Editorialista di "Avvenire", è ordinario di economia politica alla LUMSA dopo aver ricoperto fino al 2012 il ruolo di professore associato all'Università di Milano-Bicocca.




  L'ultimo califfato a cura di Massimiliano Trentin, Il Mulino 2017

Il libro illustra la storia, le specificità e la complessità dell'Organizzazione dello Stato islamico. I diversi contributi ne tracciano le origini politiche, ne ricostruiscono l'assetto e le matrici ideologiche, e ne mettono a fuoco le pratiche di governo sullo sfondo del contesto regionale e internazionale. Inquadrare l'Organizzazione dello Stato islamico nei processi di trasformazione del Medio Oriente, di cui è parte costitutiva, consente di circoscrivere nello spazio e nel tempo i caratteri di base e gli obiettivi reali dell'organizzazione, compreso l'uso propagandistico a fini di reclutamento dei riferimenti alla religione islamica e alle sue istituzioni, come il califfato.

Massimilano Trentin è ricercatore di Storia e Istituzioni dell'Asia all'Università di Bologna.
 

Isabella Guanzini, Tenerezza, Ponte alle Grazie 2017

La tenerezza, quando è autentica, non sopporta facili definizioni: si insinua con delicata tenacia tra le grandi virtù civili e la retorica del potere, è ciò che ci manca per poter vivere e sentire in un mondo finalmente comune. Per questo parlarne è un’impresa ardua e bellissima. E tanto più importante, oggi, quanto più la realtà, nella sua opaca pesantezza, si rende indecifrabile, narcisistica, violenta e sentimentale al tempo stesso.

Isabella Guanzini, nata a Cremona, è filosofa e teologa. Dopo aver insegnato Storia della filosofia e Teologia fondamentale alla Facoltà teologica dell'Italia settentrionale di Milano ed essere stata ricercatrice alla Research Platform Religion and Transformation in Contemporary European Society dell'Università di Vienna, dal 2016 è professore ordinario di Teologia fondamentale all'università di Graz. 

 Antonio Musarra, Acri 1291 - La caduta degli stati crociati, Il Mulino 2017

« Sappiate, bei signori, che nessuno potrebbe dire né raccontare il pianto e il dolore che vi fu quel giorno, e la pietà per i piccoli massacrati e sventrati dai cavalli, che gli passavano sopra, né c’è persona al mondo, pur con cuore duro, che non piangesse a vedere quella punizione, e perciò sono sicuro che tutti i cristiani piangevano quel giorno, vedendo ciò, poiché anche i Saraceni, come si è saputo, avevano poi provato pietà e piangevano »
Templare di Tiro

Il 18 maggio del 1291, dopo un drammatico assedio, Acri, l’opulenta capitale del regno crociato di Gerusalemme, cadeva sotto i colpi d’un giovane ma ambizioso sultano mamelucco

Antonio Musarra è dottore di ricerca in Storia medievale e Fellow di Harvard (Villa I Tatti). Tra i suoi libri: «La guerra di San Saba» (Pacini, 2009), «Gli Italiani e la Terrasanta» (a cura di; SISMEL, 2014), «Genova e il mare nel Medioevo» (Il Mulino, 2015), «In partibus Ultramaris. I Genovesi, la crociata e la Terrasanta» (ISIME, in corso di stampa).

 

Ronald Hendel, Il libro della Genesi, Il Mulino 2017  

«In principio Dio creò il cielo e la terra»: è dall’incipit dell’Antico Testamento che parte, ancora oggi, ogni interrogazione su Dio, sulla realtà e sull’umanità, per la religione ebraica come per quella cristiana. Dopo aver raccontato l’origine del libro (la «genesi della Genesi») in quanto combinazione di fonti e storie provenienti da antiche tradizioni, l’autore ne delinea le diverse modalità interpretative, da quella letterale a quella simbolica o figurale, accompagnando il lettore in un percorso che muove da san Paolo, passa per Lutero, Spinoza, Galileo e Darwin, e giunge a Giovanni Paolo II.

Ronald Hendel è docente di Studi ebraici alla University of California di Berkeley. È il curatore della Oxford Hebrew Bible. Fra i suoi libri ricordiamo: «Remembering Abraham» (2005) e «Reading Genesis» (2010).




 Manlio Graziano, Frontiere, Il Mulino 2017 

La caduta del muro di Berlino sembrò inaugurare una stagione in cui la liberalizzazione dei mercati, la creazione di vaste zone di libero scambio e la nascita di una nuova unione politica e monetaria avrebbero condotto alla scomparsa di molte altre frontiere. Trent’anni dopo, questa tendenza appare invertita e si assiste alla rivalutazione dei confini, e persino alla loro reintroduzione là dove, come in Europa, erano stati virtualmente aboliti. Il fatto che le frontiere siano tornate di attualità non significa però che esse corrispondano a ciò di cui l’attualità avrebbe bisogno.

Manlio Graziano insegna Geopolitica e Geopolitica delle religioni all’American Graduate School di Parigi, a Paris-Sorbonne e al Geneva Institute of Geopolitical Studies. Collabora con il «Corriere della Sera» e con «Limes». Per il Mulino ha pubblicato «Guerra santa e santa alleanza» (2015) e «In Rome we trust» (2016).



Raul Hilberg, La distruzione degli Ebrei d'Europa  - 3 volumi - Einaudi 2017

La distruzione degli Ebrei d'Europa è considerato uno dei maggiori contributi alla comprensione del meccanismo burocratico-amministrativo e militare che ha consentito lo sterminio di quasi sei milioni di Ebrei. Raul Hilberg, attenendosi scrupolosamente a centinaia di migliaia di documenti, ha ricostruito tutte le tappe del lungo cammino che ha condotto il nazismo a realizzare la «soluzione finale della questione ebraica». 

Raul Hilberg (Vienna, 1926 - Williston, Vermont, 2007) nel 1939 emigrò negli Stati Uniti per sfuggire alle leggi razziali. Durante la guerra tornò in Europa come soldato, e fu proprio a contatto con l'orrore provocato dal nazismo che nacque la sua vocazione di ricercatore. La distruzione degli Ebrei d'Europa (Einaudi, ultima edizione 2017) è la sua opera maggiore, che lo ha reso famoso in tutto il mondo; tra le altre pubblicazioni ricordiamo Carnefici, vittime e spettatori. Fino al 1991 è stato professore di Scienze politiche presso l'Università di Burlington nel Vermont.



 Steven Beller, L'antisemitismo, Il Mulino 2017
L'odio per gli ebrei e il giudaismo è un problema che segna la civiltà occidentale fin dai tempi dell'Impero romano; per altro verso però, l'ideologia e la politica antisemita sono un fenomeno moderno che si sviluppa nel corso dell'Ottocento in particolare nell'Europa centrale. È questo antisemitismo moderno, figlio paradossale dell'illuminismo che poneva fine alla separazione degli ebrei entro le società europee, che darà il suo frutto tragico nella Shoah. Nel dopoguerra la fondazione dello stato d'Israele darà impulso, così nel mondo arabo come in quello occidentale, a un acceso antisionismo che spesso prende l'aspetto di antisemitismo tout court. Il vero rischio di un ritorno dell'antisemitismo sta però nella ripresa dei nazionalismi esclusivisti, che non tollerano e negano le differenze.



Steven Beller
Lavora a Washington come ricercatore indipendente. Tra i suoi libri, "Austria cuore d'Europa" 





Anselmo Palini, Una terra bagnata dal sangue - Oscar Romero e i martiri di El Salvador, Paoline ed. 2017

Anselmo Palini presenta la vicenda di alcuni dei più o meno noti martiri della recente storia di El Salvador: simboli di un modello di santità caratterizzato dall’impegno per un mondo più giusto e fraterno. 
Questi martiri ci propongono un nuovo modello di santità “segnato tante volte dal martirio” e caratterizzato dall’impegno per un mondo più giusto e fraterno. “Questo impegno liberatore, profondamente evangelico, scatena l’opposizione verso una fede vissuta in questo modo, mescolandosi in una sorta di odio contro l’umano che porta allo sterminio brutale di tante persone innocenti e al fiorire di un nuovo tipo di martirio nel quale, come diceva monsignor Romero, si mescola «il sangue dei sacerdoti, dei catechisti e delle comunità con i massacri del popolo»” (dalla prefazione di p. José Tojeira).

Anselmo Palini vive e lavora in provincia di Brescia. È docente di materie letterarie nella scuola superiore e saggista. Nei suoi studi ha approfondito soprattutto i temi della pace, dell’obiezione di coscienza, dei diritti umani, della nonviolenza. Più recentemente ha preso in esame le problematiche connesse con i totalitarismi e le dittature del XX secolo, approfondendo in particolare le testimonianze di chi si è opposto a tali sistemi.
Tra i suoi testi: Bambini e ragazzi nel mondo , Libreria Editrice Vaticana 2000, Oscar Romero- Ho udito il grido del mio popolo, Ave 2010, Marianella García Villas  Avvocata dei poveri, compagna degli oppressi, voce dei perseguitati e degli scomparsi, Ave 2014 Più forti delle armi. Dietrich Bonhoeffer, Edith Stein, Jerzy Popieluszko, Ave  2016

 

Götz Aly ,Storia dell'Aktion T4: l'«eutanasia» nella Germania 
nazista 1939-1945 , Einaudi 2017 

Tra gli orrori del nazismo figura l'assassinio deliberato di circa 200. 000 cittadini tedeschi tra il 1939 e il 1945. Qualificati come infermi incurabili, malati mentali, epilettici, affetti da tare ereditarie, li si considerava una zavorra per il Reich e una minaccia per la salute pubblica. Gli assassini parlavano di «eutanasia» o «liberazione dalla sofferenza» a familiari fin troppo disponibili a sollevare se stessi da un peso economico ed esistenziale. Conveniva, inoltre, liberare risorse a vantaggio dei tedeschi evacuati di ritorno in patria, garantire ricoveri stabili all'esercito impegnato nella campagna di Russia, risorse mediche e camere di ospedale ai feriti negli attacchi aerei. Pochi condannarono con fermezza le uccisioni, i piú tacevano per vergogna, non volevano conoscere troppi particolari. E andò avanti cosí anche dopo il 1945. Solo in casi eccezionali le famiglie si ricordavano delle zie, dei figli piccoli, dei fratelli o dei nonni assassinati. Soltanto oggi, dopo circa settant'anni, l'incantesimo svanisce. Lentamente riaffiorano quei dimenticati che furono costretti a morire perché percepiti come pazzi, molesti o imbarazzanti, perché anormali, pericolosi per la comunità, inabili al lavoro o costantemente bisognosi di cure, perché gravavano di un marchio d'infamia le loro famiglie. Ancora oggi, nelle manifestazioni, nei libri e sui monumenti il piú delle volte i nomi di queste vittime non vengono citati. Eppure sono soprattutto i nomi dei morti, oggi, a dover essere ricordati. I disabili, i deboli di mente e gli storpi che furono abbandonati e costretti a morire non erano affatto non-persone anonime. Questo libro racconta la storia del loro assassinio deliberato, in quella che è nota come la famigerata Aktion T4. 
 
Götz Aly (Heidelberg 1947), storico e giornalista, insegna al Fritz Bauer Institut presso l'Università di Francoforte. Giornalista tra i piú noti, ha pubblicato numerosi studi sul nazionalsocialismo e sullo sterminio ebraico. I suoi libri sono tradotti in molte lingue e hanno vinto numerosi premi. Presso Einaudi ha pubblicato Lo stato sociale di Hitler. Rapina, guerra razziale e nazionalsocialismo (2007), Perché i tedeschi? Perché gli ebrei? Uguaglianza, invidia e odio razziale 1800-1933 (2013) e Zavorre. Storia dell'Aktion T4: l'«eutanasia» nella Germania nazista 1939-1945 (2017).



Cristiano Bortoli, Meditazioni - a cura di Roberto Ravazzolo, CLEUP 2015 

 La creatività e la capacità di interpretare il momento celebrativo, che caratterizzano una sensibilità e una prontezza tipiche di don Cristiano, non possono essere spremute fra le righe di un foglio. Ciononostante abbiamo accettato di affrontare la strettoia della carta stampata e di versarle un sofferto pedaggio, consapevoli che i frutti di quella ruminatio vitalis, che sono maturati nella meditazione personale di don Cristiano e nelle celebrazioni comunitarie del Centro, possono e debbono essere messi a disposizione di una cerchia di persone il più vasta possibile. Del resto è quanto si è verificato anche per Padri della Chiesa quali Basilio di Cesarea e Ambrogio di Milano. Alcune loro opere sono la pubblicazione di omelie tenute al popolo, a volte senza ritocchi altre dopo una rielaborazione degli appunti stenografati, secondo gradi legati al tempo a disposizione e all'importanza data all'opera.  a dire ciò che non le è possibile esprimere...


Don Cristiano Bortoli 
Nato a Camporovere, nel Vicentino, era entrato in seminario a Thiene all’età di 10 anni, poi a Padova. Ordinato sacerdote nel 1948, gli venne affidato l’insegnamento di lettere in Seminario e al Barbarigo, dove scelse di risiedere. Per alcuni anni insegnò anche religione, al Barbarigo e in alcune scuole pubbliche della città. Per molti anni fu assistente della Fuci, finché l'allora vescovo monsignor Bortignon gli chiese di inventare e avviare il Centro Universitario, realtà che ha seguito dal 1968 al 2003, lasciandosi interpellare dalle provocazioni e domande che arrivavano dal mondo giovanile, a partire dall’esperienza del Sessantotto“

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