Nella consueta rubrica dedicata a Robert Schumann, compositore tedesco di cui quest'anno ricorrono i 200 anni dalla nascita, spicca oggi la presenza di due capolavori: il Concerto per pianoforte e orchestra op. 54 e il Quintetto per pianoforte e archi op. 44.

Il Concerto, composto tra il 1841 e il 1845, è una delle pagine più note di Schumann, dove l'autore supera la tradizione beethoveniana in favore di una scrittura priva di compiacenze virtuosistiche ma estremamente ricca di invenzione musicale.

Anche il Quintetto op. 44 è una delle pagine più eseguite del musicista tedesco: il confronto con la tradizione classica sembra superato anche attraverso una visione più intimistica del repertorio cameristico, non senza raggiungere le vette espressive di movimenti come l'Adagio, quasi una marcia funebre caratterizzata da forti dissonanze.

Completano il programma il ciclo liederistico dell'op. 35, scritto nel 1840, e il libro II delle "Romanzen und Balladen" per coro misto.

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