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La Stellidaura vendicante

in onda venerdì 7 ottobre alle ore 21,00

La Stellidaura vendicante

LA STELLIDAURA VENDICANTE

Opera in tre atti, musica di Francesco Provenzale (1624-1704)

Libretto di Andrea Perrucci

Prima rappresentazione: Napoli, Villa del principe Giovanni Cursi Cicinelli di Mergellina, 2 settembre 1674.

Personaggi:

Stellidaura, mezzosoprano - Orismondo, tenore - Armidoro, tenore - Giampiero, basso - Arzillo, controtenore.

La figura di Francesco Provenzale fu di assoluto rilievo nella vita musicale del XVII secolo a Napoli. Malgrado solo due tra le sue opere siano arrivate ai giorni nostri, appare chiaro il suo ruolo nello sviluppo di questo genere, come testimoniano per esempio i personaggi comici che cantano esprimendosi in dialetto. Sono presenti anche in quest’opera imperniata su una storia d’amore, in cui due nobili rivali si contendono la bella Stellidaura, dando vita a una commedia audace, dove il quadro sonoro si presenta all’ascoltatore in modo assai variegato.

L’esecuzione proposta è stata registrata al Festival di Musica Antica di Innsbruck nel 2012.

LA TRAMA

Atto I: Orismondo, principe di Claro, ama appassionatamente Stellidaura, una giovane sconosciuta allevata a corte, che è innamorata di Armidoro, amico del principe. Il servo Armillo consegna per errore ad Orismondo una lettera scritta da Stellidaura ad Armidoro. Folle di gelosia, il principe decide di uccidere il suo rivale. Travestito, egli assiste a  un incontro notturno dei due innamorati. Quando Stellidaura si è allontanata, Orismondo spara un colpo di pistola contro il suo amico. La fanciulla torna indietro, brandisce la spada di Armidoro e sfida il principe senza riconoscerlo. Orismondo rifiuta di battersi contro una donna, e Armidoro, ferito, chiede di avere da lui un segno di riconoscimento per sfidarlo a duello non appena sarà in condizione di poter combattere. Orismondo gli dà un fazzoletto.

Atto II: i due rivali scrivono ciascuno per proprio conto una lettera a Stellidaura, ma mentre la lettera di Orismondo rimane senza risposta, ad Armidoro viene recapitata un’affettuosa missiva della fanciulla da parte di un valletto del principe, con il risultato che Armidoro crede sia in realtà destinata a Orismondo. Quest’ultimo, d’altro canto, è convinto che alla sua lettera sia stata intercettata dal rivale, per cui ordina al suo servo Giampiero di ucciderlo. Mentre Armidoro accusa Stellidaura di essere infedele, essa amorosamente lo salva dal pugnale del sicario.

Atto III: Stellidaura decide di uccidere Orismondo. A tal scopo si traveste da uomo e lo sorprende nel sonno. Quando sta per colpirlo, sopraggiunge Armidoro, che difende il suo amico senza però riconoscere Stellidaura, la quale, rifiutandosi di rivelare la sua vera identità, viene imprigionata. Orismondo, credendo a un agguato politico, la condanna senza processo e le invia in carcere un veleno. Riconfermando il suo odio per Orismondo e il suo amore per Armidoro, Stellidaura lo beve. Poiché la si crede morta, la fanciulla viene seppellita nella tomba reale, dove di nascosto si introduce Armidoro. Ma il presunto veleno non era altro che un innocuo sonnifero: Stellidaura si sveglia e, vedendosi accanto il suo innamorato, l’abbraccia e si prepara a uccidere Orismondo. Il caso però vuole che il principe scopra alla fine che Stellidaura è sua sorella; a questo punto egli si riconcilia con lei e con Armidoro, e benedice la loro unione.

cfr. Dizionario Enciclopedico Universale della Musica e dei Musicisti, diretto da Alberto Basso, Utet 1999, I titoli e i personaggi, vol. III S-Z

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