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Italo Calvino

I valori sono difficili da trasmettere e i giovani hanno bisogno di ripetere gli stessi errori dei vecchi. E' meglio diventare un vecchio ripugnante, scatenando una sana reazione di bellezza e pulizia
Chissà se tra vent'anni avrò accumulato una saggezza o un'esperienza, che a tutt'oggi, devo dire, non sono riuscito a mettere da parte. E se anche ci riuscissi, come trasmetterla? Il rapporto tra giovani e vecchi è molto difficile. Da una parte, sicuramente il vecchio ha tutta una serie di errori che ha compiuto, la negatività della sua esperienza, che vorrebbe trasmettere ai giovani, ma che i giovani non stanno a sentire, perché hanno bisogno di fare i loro errori, anche se sono gli stessi dei vecchi. D'altra parte ci sono i valori positivi che ogni generazione ha avuto o crede di avere, tanto i vecchi quanto i giovani. Anche quelli sono difficili da trasmettere, perchè uno comincia a dire "Eh, noi da giovani sì che eravamo in gamba!". E subito diventa un rompiscatole terribile, è subito rifiutato. Quindi la positività della propria esperienza non si può trasmettere. Neanche quella dei giovani: quando un anziano comincia a dire "Ah, voi giovani sì che siete in gamba! Questi vostri aspetti nuovi come li apprezzo!" falsifica subito tutto, diventa fasullo.
E allora chi sarà il depositario della saggezza, domani?
Chissà, forse usciranno fuori delle nuove forme di saggezza, o di non saggezza, o di contrario della saggezza, che siano in qualche modo significative. Certo, quello che più accomuna le generazioni è l'insieme degli errori, cioè quello che non si può trasmettere, perché ogni generazione deve fare i propri errori. Ciò che li distingue è la parte positiva che ogni generazione ha, e che è per definizione incomunicabile.
Quindi più contrasto o più alleanza tra vecchi e giovani domani?
Chissà, forse la soluzione migliore è diventare un vecchio molto antipatico: io credo che ci potrei riuscire senza sforzo, magari anche accentuando i caratteri repulsivi, diventando un vecchio un po' ripugnante, un po' torbido. In questo senso scatenerei una reazione di bellezza, di purezza, di pulizia, che sarebbe positiva.
Lei pensa che i vecchi nel futuro avranno più potere?
Ci sono paesi governati da vecchi. C'è questa lentezza del rinnovamento dei gruppi dirigenti, che riguarda una parte della popolazione anziana: quella che detiene il potere. Io penso che se il potere diventerà una cosa sempre più priva di fascino e di attrattiva per le persone migliori, va benissimo che sia lasciato in mano ai vecchi.

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