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L'opera lirica: Iphigénie en Tauride

in onda martedì 12 giugno alle ore 21,00

L'opera lirica: Iphigénie en TaurideNel mondo dello spettacolo l'interesse per il gossip contribuisce a volte ad aumentare gli incassi; anche nel XVIII secolo attualità ed esigenze di mercato non erano affatto estranee al teatro, e quindi affidare lo stesso soggetto a due diversi musicisti - magari nemici -diventava una vera sfida di botteghino.

Sulla scia di una rivalità ben nota e ormai consolidata che aveva prodotto addirittura due opposte fazioni ("gluckisti" e "piccinnisti"), rivalità peraltro simbolicamente legata a diverse posizioni di ideologi e pensatori più che ad una reale inimicizia tra i due, gli impresari francesi provarono certo un gran gusto a sottoporre la storia di Ifigenia in Tauride (derivata da libretti differenti ma comunque sottesi entrambi alla narrazione euripidea) contemporaneamente a Niccolò Piccinni e a Christoph Willibald Gluck.

Il musicista tedesco, oltre a bruciare sul tempo il collega, con la sua "Iphigénie en Tauride" (ideale prosecuzione della sua fortunata "Iphigénie en Aulide" di qualche anno prima) riuscì a creare da questa tragica trama un'opera altamente drammatica e di intensa suggestione emotiva.

Ricchissima è la scrittura orchestrale ed abile il trattamento della voce nelle sue espressioni solistiche e corali, assai vario ed intimamente legato ai diversi caratteri psicologici; tra questi spicca naturalmente la figura della protagonista, che erompe in scena scavalcando quasi l'Ouverture orchestrale, con un inizio assolutamente nuovo ed esplosivo per l'Opera in musica.

Il personaggio di Ifigenia deriva dalla più alta tradizione della tragedia greca, e due sono le narrazioni di Euripide basate su di lei: nell'"Ifigenia in Aulide" la donna è vergine indifesa, ingannata e destinata dal padre al sacrificio ma salvata dalla dea Artemide; nell' "Ifigenia in Tauride" invece la protagonista, ancora ignara dell'immane tragedia che si è abbattuta sulla sua famiglia (l'uccisione del padre Agamennone per mano della madre Clitennestra e il matricidio per vendetta da parte del fratello Oreste) si trova nella terra dei barbari Tauri come sacerdotessa e proprio a lei il fratello, fatto prigioniero, viene affidato come vittima sacrificale; da qui lo svelamento di storie e identità, con l'intervento provvidenziale delle divinità e il ripristino di una generale pacificazione.

Il lavoro di Gluck venne assai apprezzato ottenendo in Francia ben 150 repliche; adattato per il teatro tedesco vi rimase con successo per tutto l'800, e alla fine del secolo l'interesse per quest'opera fu rinnovato grazie alla revisione che Richard Strauss volle realizzare.

Ricordando naturalmente la versione con Maria Callas e la regia di Luchino Visconti (Scala, 1957) vi proponiamo l'incisione, sempre tratta dall'archivio scaligero, di uno spettacolo più recente: protagonista l'americana Carol Vaness, direttore Riccardo Muti, regista Giancarlo Cobelli, anno 1992.

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