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Il cantautore siciliano, accompagnato da valorose tastiere e da una potentissima batteria, ha portato nella capitale uno show capace di scaldare anche il più cinico e composto degli avventori. Di Martino non si è risparmiato, suonando quasi tutto il suo repertorio. Ha aperto il concerto con “Come una guerra la primavera” il primo singolo del nuovo disco “Un paese ci vuole“ seguita da “Cartoline da Amsterdam”, per poi toccare momenti di vero e proprio coinvolgimento pop con “I calendari“ e “Maledetto Autunno”. Torna per il bis, e finisce il concerto con quell’indiscussa, struggente dichiarazione di impossibilità sentimentale in musica che è “Non siamo gli alberi”, facendo scendere, dopo quasi un’ora e mezza di altalena emotiva, più di una lacrima nel pubblico. Perché si, quello che ci ha colpito di più, al di là dell’indiscutibile valore musicale e poetico di ogni composizione, è stato vedere un pubblico attento e affezionato, che intonava ogni singola parola di ogni singolo brano. Un pubblico fresco e giovane, che ci dimostra come il cantautorato di qualità non abbia età. |