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Jane Eyre

Legge Elisabetta Piccolomini

"Mi portavo sempre nel letto la bambola; gli esseri umani hanno bisogno di amare qualcosa e, in mancanza di un oggetto più degno di tenerezza, mi studiavo di provare piacere amando e vezzeggiando un piccolo idolo sbiadito, malridotto come uno spaventapasseri."

 

Quando Jane Eyre arriva a Thornfield per fare l'istitutrice si ritrova, così giovane e ignara del mondo, in una vecchia casa il cui proprietario, Mr.Rochester, è sempre in giro per l'Europa, per affari e per indole.
Tuttavia, dopo il primo burrascoso incontro con Jane Eyre su una strada che porta al villaggio di Hay, all'imbrunire, quando le luci della sera somigliano alle ombre e gli zoccoli del cavallo e il guaire di un cane paiono l'eco di creature silvestri e mitologiche, Mr. Rochester decide che ci sono buoni motivi per restare in Inghilterra...
In una casa che pare abitata da fantasmi che tuttavia ridono come folli reclusi, tra donne che vogliono contrarre un buon matrimonio e sono, per questo, disposte anche a mentire sui propri sentimenti, l'incontro tra una donna che vuole essere libera e un uomo che vuole, ancora per una volta e forse per sempre, regalarle il suo cuore. Il passato di tutto e di tutti e il presente di quello che si desidera.
Fino a Jane Eyre tutte le fanciulle dovevano essere bellissime e tutti i principi dovevano essere azzurri e invece, da qui in poi, ognuno è come è e la bellezza è, per sempre, nell'occhio di chi guarda.
A 170 anni dalla prima pubblicazione, Elisabetta Piccolomini legge Ad alta Voce Jane Eyre, il capolavoro di Charlotte Bronte, nella nuova traduzione di Monica Pareschi pubblicata da Neri Pozza .
Musiche di Edward Elgar, Dario Marianelli, Bernhard Hermann

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