Il modo migliore per capire l'approccio che ho avuto con "Un passo dal cielo" è guardare la nuova sigla. Una galoppata appassionante e divertente in un mondo incontaminato, diverso e coinvolgente.
Parlare di questa serie senza tener conto dei luoghi dove è stata realizzata non avrebbe senso. Per un regista è impossibile non rimanere catturati dallo spettacolo della natura che le valli dell'Alto Adige sanno offrire.
Scegliendo le location dove avrei girato, ne ho capito la forza ed ho fatto una scelta. Mi sarei ispirato alle grandi serie country americane, che ho radicate nella mia memoria fin da quando ero bambino.
Per questo ho seguito le vicende del comandante della forestale (Terence Hill) come se lui fosse un ranger sui sentieri dell'Oregon.
Una galoppata appassionante dicevo, ma anche molto impegnativa fisicamente. In tanti anni di carriera, non ricordo di essermi stancato così tanto. Un luogo che da, ma anche che chiede molto. Il territorio è scosceso, a volte impervio. Lavorare con gli animali selvatici non è mai semplice e poi il clima, come sempre in montagna, è molto "volubile" e costringe a continui e improvvisi cambiamenti di programma. Ma grazie all'esperienza della Lux e ad una squadra di gente motivata almeno quanto me, che ringrazio veramente, sono riuscito a raccontare questa storia come volevo e sono molto soddisfatto.
Un lavoro diverso dagli altri anche per un'altro fattore. Attori e troupe, tutti insieme, praticamente nello stesso albergo, per tanto tempo in un luogo molto lontano da tutto. Siamo diventati come una grande famiglia, lavorando con complicità. E' stato bello e vi garantisco che non è detto che succeda sempre così.
A tutto questo vorrei aggiungere l'incontro con Terence Hill, una persona speciale. Un "Grande", che i successi ripetuti negli anni non hanno cambiato. Una persona che alla fine dell'orario ti si avvicina e sorridendo ti dice: "Grazie, Riccardo, per questa bella giornata di lavoro".
Non mi era mai capitato.
grazie a tutti