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Protagonisti: Julian Bream

in onda lunedì 7 dicembre alle ore 17,00

Protagonisti: Julian Bream Presso il Royal College of Music di Londra non c'erano classi di chitarra, così lui studiò pianoforte, violoncello e composizione; il quindicenne Julian Bream però era già stato conquistato dal suo strumento, grazie a suo padre che glielo aveva fatto conoscere fin da piccolo: sarebbe diventato uno dei più grandi chitarristi del XX secolo.

Il jazz di Django Reinhardt da una parte, l'arte di Segovia (che, vistone il talento, gli offrirà le sue lezioni) dall'altra; scartata l'eventualità di diventare un campione di cricket, Bream sceglie definitivamente la sua strada, e debutta a 17 anni in Inghilterra; dopo l'interruzione degli anni della guerra (durante i quali suona comunque la chitarra elettrica per l'Artiglieria Reale) Bream inizia una carriera che lo porterà nel 1954 in Europa e nel '58 in America.

Bream da allora girerà il mondo con le sue tournées che lo portano dall'India all'Australia, conquistando il pubblico con il suo virtuosismo e la sua musicalità; lui stesso racconta la sua lunga carriera in "My Life in Music", il suo video biografico realizzato nel 1976; qui oltre alle parti più importanti della vita artistica di Julian Bream si trovano divertenti aneddoti (come quello in cui il chitarrista sperimentando le nuove corde di nylon le lava e le appende ad asciugare fino al prossimo concerto...)

Uno dei grandi meriti di Bream è stato quello di portare verso la chitarra ed il suo repertorio non solo l'attenzione del grande pubblico ma anche quella dei compositori; più di venti sono i musicisti che hanno scritto appositamente per lui (tra essi Britten e Walton); ancora, Bream fu il primo ad inserire nei suoi programmi da concerto intere Suites di Bach (Segovia prima di lui aveva suonato in concerto solo movimenti staccati).

Al repertorio più antico, ed in particolare alla musica inglese del periodo elisabettiano e barocco, Bream si interessò molto, sia accompagnando il tenore Peter Pears che fondando nel 1960 il suo Julian Bream Consort; la sua visione della musica antica - che non cercava un suono filologicamente e storicamente attendibile, ma era piuttosto legata alla musicalità del repertorio e alla sensibilità dell'interprete - naturalmente negli anni '70 venne in contrasto con la posizione degli studiosi, più "politically correct".

Nel suo libro "A Life on the Road" del 1982, Bream sostiene che "Idealmente l'interprete ha una funzione speciale, che è quella di portare l'ascoltatore sull'orlo dell'esperienza ed aprire le porte della sua percezione, in modo che quelli che vogliano possano entrarvi".

Bream si dedicherà poi ai vari aspetti della musica per chitarra, alle trascrizioni, al repertorio spagnolo (ripercorrendo tutta la storia della cultura chitarristica in Spagna, dalla vihuela al flamenco); negli anni '90 il musicista ritornerà al liuto, con minor enfasi e maggior correttezza formale ma sempre fedele alle proprie convinzioni.

La trasmissione di oggi prevede un programma piuttosto tradizionale, ed inizia con una Sonata di Anton Diabelli, che Bream trascrive dall'originale per chitarra e pianoforte; seguono quattro compositori di terra spagnola: Fernando Sor con il celebre "Grand solo", il catalano Miguel Llobet con le sue canzoni popolari, Francisco Tarrega con tre mazurke, e Joaquin Turina che omaggia il maestro di Villareal nella sua op. 69.

Dalla chitarra di Bream ascolteremo poi la sonata "The blue guitar" a lui dedicata nel 1984 da Michel Tippett e la Fuga dalla Partita BWV 1000 di Bach (trascritta in la minore per chitarra dall'originale in mi per liuto); a conclusione del programma Julian Bream ci offre una versione per due chitarre della "Danza Spagnola n. 1" dal I atto di "La vida breve" di Manuel de Falla; suo partner e amico, il grande John Williams.
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