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Narrativa e saggistica italiana

Recensione - Le novità editoriali

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L’Italia degli anni successivi la guerra è una delle tante componenti che formano il coinvolgente volume su Pier Paolo Pasolini (“Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra”) realizzato con acume e competenza da Adalberto Baldoni e Gianni Borgna. L’autore di “Ragazzi di vita” è stato l’intellettuale che più di ogni altro ha diviso l’opinione pubblica italiana. Baldoni e Borgna riescono a mettere ordine in un argomento delicato eppure ancora centrale nel nostro dibattito culturale. Mostrandoci, attraverso la parabola del rapporto tra Pasolini e il mondo della politica, come sia cambiato il profilo del nostro paese, e come questo cambiamento dipenda anche dal contributo della cultura e dei suoi protagonisti, grandi e piccini. 


E a proposito di grandi e piccini un buon esempio è rappresentato nel suo piccolo dal bravo Giampiero Frasca; tra i più preparati esperti di cinematografia del nostro paese, del quale da anni seguiamo con attenzione il lavoro. A suo tempo lo scoprimmo con un paio di libri dedicati al cinema americano; ed uno in particolare, quello sul regista e attore Dennis Hopper recentemente scomparso, resta l’unica fonte di informazione nella nostra lingua sulla sua importante figura di artista indipendente. Ora ne apprezziamo il nuovo lavoro, dal titolo “Il cinema va a scuola”, rivolto ad un genere di cui in effetti si è parlato poco. Sono tanti i film ambientati nelle aule scolastiche; ed alcuni in particolare – come “Il seme della violenza” e “L’attimo fuggente”, per tacere del commuovente “Il maestro di Vigevano” del bravissimo Elio Petri con un doloroso personaggio interpretato da Alberto Sordi – risultano tra i più importanti nella storia del cinema. Eppure in sede critica è stata data loro scarsa importanza. Ancora una volta Frasca ha individuato un filone poco battuto, sviluppando un approfondimento critico di particolare qualità. Bella anche la suddivisione dei capitoli, che permette al lettore di affrontare il testo seguendo un criterio intelligente e in qualche modo anche creativo. Ci fa piacere ritrovare Giampiero Frasca, a distanza di quache anno dall’ultima prova. E ci fa altrettanto piacere fare notare come un appassionato (l’autore, nella vita di tutti i giorni, insegna presso una scuola pubblica) sia spesso più bravo di un professionista, offrendo una diversa cura e competenza. Un plauso infine alla casa editrice Le Mani, che continua in maniera brillante la propria attività (un’altra conferma è venuta dal recente “Elephant Man”, un saggio di autori vari curato dall’antropologo Gabriele Mina) ribadendo l’eccellenza dell’editoria italiana medio piccola.


E proprio da questo settore arriva un buon esempio di come potrebbero funzionare le cose nel panorama della nostra narrativa. Una casa editrice originale come Socrates, un collettivo come Luminol cui viene affidata una collana, ed un autore che ha qualcosa da dire. Flavio Santi – che è giovane ma con alle spalle già un bel percorso di traduttore e autore, trovandosi a proprio agio sia con la poesia che con il romanzo – firma con “Aspetta primavera, Lucky” un libro dove con abilità intreccia diversi linguaggi. Misura la rabbia verso un ambiente, quello dell’industria culturale, che lo delude quotidianamente e profondamente; alimenta il proprio talento con una frenetica e poco soddisfacente attività professionale, sempre ai limiti del fallimento economico; aggiunge il giusto numero di ricordi personali; poi ci mette delle lettere a leaders politici, smarrite e poi simbolicamente ritrovate; pure corrispondenze con raffinati intellettuali; e come capita a molti uomini, istruiti o meno, bilancia l’amore per la moglie con la passione per l’amante. La grazia sotto la pressione, riprenderebbe Hemingway, perché il protagonista, sull’orlo del baratro sotto diversi aspetti, ritrova un punto di equilibrio nel sincero trasporto per la scrittura. C’è molta ironia, e l’affettuoso eco di John Fante nella scelta del titolo, ma resiste sotto traccia una lucida malinconia che fa del libro quasi una testimonianza. Santi sa quello che dice e lo fa molto bene. I complimenti vanno tuttavia estesi al gusto di Luminol, un gruppo di lavoro indipendente che si sta muovendo molto bene e finalmente con nuove idee; e a Luisa Pozzilli, che con infinita tenacia porta avanti il progetto della Socrates, sulla scorta dell’intuizione di suo marito, il compianto Fabrizio Pozzilli. Un testone livornese che ci piace ricordare sempre con affetto...


A cura di Vittorio Castelnuovo 
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