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Progetto Puccini: La Rondine

in onda venerdì 12 dicembre alle ore 21,00

Progetto Puccini: La Rondine "...il soggetto che mi hai mandato non mi va assolutamente. È la solita operetta scipita e banale ... senza studio di carattere, senza originalità. .. E allora? Io, operetta non la farò mai: opera comica sì: vedi Rosenkavalier, ma più divertente e più organica ..."; così scrive Giacomo Puccini nel 1913 al barone Eisler, riguardo all'offerta ricevuta dagli impresari del Carl Theater di Vienna per la composizione di un'opera comica su libretto di Heinz Reichert e Alfred Willner.

Dopo le innovazioni drammaturgiche de La Fanciulla del West Puccini aveva scartato diversi soggetti (tra cui una seconda proposta dannunziana, La Crociata degli Innocenti); all'inizio del 1914, dopo aver imposto la postilla che impediva di procedere senza l'approvazione del testo da parte dell'autore, Puccini firmò per 200.000 corone il contratto viennese per La Rondine.

Prese le mosse un poco grossolanamente dalla trama di Dumas che aveva ispirato Verdi per La Traviata, i due librettisti delusero Puccini, che ottenne l'intervento del commediografo Giuseppe Adami; il pazientissimo scrittore rivide e modificò molte (16!) volte il libretto, eliminando quelle parti parlate caratteristiche proprio del genere dell'operetta che il Nostro tanto criticava.

Proprio allora irruppe la prima guerra mondiale, sulla quale Giacomo Puccini non sentì il dovere di prendere una posizione: il suo silenzio, il suo astenersi da qualsiasi schieramento, ad esempio riguardo all'intervento italiano, lo dividerà da altri artisti attivisti come D'Annunzio Leoncavallo e Toscanini (con il quale difatti i rapporti di Puccini si deterioreranno proprio in questo periodo).

Si ipotizza che in parte la neutralità passiva di Puccini fosse mossa dall'interesse economico, cioè dalla volontà di non inimicarsi paesi - come Germania Francia o Inghilterra - che erano allora per lui piazze sicure in cui le sue opere venivano regolarmente ed abbondantemente ospitate; in parte la posizione di Puccini si imputa però anche all'indole stessa del musicista, che considerava di poco conto qualsiasi cosa che non fosse legata direttamente alla sua ispirazione musicale.

Di fatto La Rondine nacque, almeno dal punto di vista contrattuale, con le ali parzialmente legate, poiché tutti i diritti per la Germania, la Spagna e l'America del Sud erano riservati agli impresari di Vienna, la qual cosa causò una temporanea rottura tra Puccini e casa Ricordi: è questa infatti l'unica opera del catalogo pucciniano a non portare la celebre etichetta, e fu pubblicata dal sempre milanese editore Sonzogno.

L'originalità creativa di Puccini si esprime anche in questo suo lavoro in cui abbonda l'uso di ritmi danzati (il valzer, secondo la consuetudine di stampo viennese, ma anche one-step e fox trot);, come già nella Fanciulla Puccini fa un uso molto libero di dissonanze, tonalità e modalità, motivi ricorrenti ed altri stilemi compositivi secondo lo stile già collaudato del compositore lucchese.

Rappresentata per la prima volta trionfalmente all'Opéra di Montecarlo nel 1917 (con Tito Schipa tra i protagonisti), l'opera ebbe la prima italiana a Bologna nello stesso anno (con Aureliano Pertile e Toti Dal Monte), poi nella sua seconda versione a Palermo e a Vienna nel '20, dove invece il pubblico le tributò una tiepida accoglienza.

Mai ascritta al gruppo dei capolavori pucciniani, La Rondine servì in qualche modo al musicista per avvicinarsi a quel genere comico che avrebbe sviluppato di lì a poco nel Trittico.

Dell'opera ascolteremo una versione relativamente recente, del 1996, in cui
cantano Angela Gheorghiu, Roberto Alagna, William Matteuzzi ed Inva Mula; sul prestigioso podio della London Symphony il direttore inglese naturalizzato statunitense Antonio Pappano, il cui cognome ben tradisce le origini italiane.

150° Anniversario Giacomo Puccini

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