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La montagna incantata

Recensione - I classici di Millepagine

Thomas Mann montagna incantata romanzo mitteleuropa

di Thomas Mann
Editore: Mondadori


Il capolavoro dello scrittore tedesco, pubblicato nel 1924 e conosciuto anche come “La montagna magica”, esce in una traduzione rinnovata per i Meridiani Mondadori. Concepito inizialmente come racconto ed ispirato da una breve e diretta esperienza dello stesso Thomas Mann nella località svizzera di Davos, via via crebbe in estensione e complessità, finendo col diventare uno dei romanzi che letteralmente improntarono il secolo letterario.

Una tesi recente suggerisce come l’ispirazione del titolo nasca da una frase di Nietzsche: «Ora si apre a noi il monte magico dell’Olimpo e ci mostra le sue radici». Profondamente nutrito di cultura mitologica, Mann sembrò intuire – lungo la parabola del protagonista, Hans Castorp, che a contatto con l’ambiente del sanatorio subisce un’evoluzione del carattere – la catastrofe europea della guerra. Nel libro infatti l’autore di “Morte a Venezia” sviluppò la concezione di un’umanità futura, filtrata tuttavia dalla più profonda conoscenza della sofferenza e della morte.

Sollecitato dagli altri personaggi della storia, Castorp passa attraverso la malattia, l’amore, la gioia di vivere, il pessimismo, senza che nessuna di queste posizioni lo converta. Eppure in mezzo a tante forze contrastanti egli trova il proprio equilibrio; ed immerso nel mondo della montagna magica, dove il tempo e la narrazione si dissolvono in sequenze rese indistinte dalla routine quotidiana, egli può finalmente e liberamente crescere. A chi gli chiedeva cosa stesse cercando nella scrittura di quel romanzo (...), Thomas Mann rispondeva invitando a ricordare che l’uomo è un mistero, e che ogni umanità è fondata sul rispetto di quel mistero.   


A cura di Vittorio Castelnuovo

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